Psicologia

La psicologia dell'heavy metal

Una ricerca inglese traccia il profilo psicologico degli appassionati di musica metallara.

Se alla mattina vi svegliate canticchiando War Pigs e la colonna sonora della vostra giornata spazia tra gli Iron Maiden e i Judas Priest continuate a leggere questa notizia, anche se probabilmente non vi piacerà.

Un team di ricercatori dell’Università di Westminster ha infatti recentemente tracciato un profilo psicologico degli appassionati di musica heavy metal e ha scoperto che ciò che li accomuna è il rifiuto per l’autorità, una bassa autostima e una buona dose di egocentrismo. Sarà vero?

Quanto heavy sei?

La ricerca è stata condotta da Viren Swami su un campione di 219 donne e 195 uomini di età compresa tra 18 e 57 anni. Gli piscologi hanno chiesto ai volontari di ascoltare 10 brani di heavy metal contemporaneo e poi di rispondere a un questionario dove gli si chiedeva di indicare il grado di apprezzamento di ogni pezzo. Sono poi state condotte interviste finalizzate all’indentificazione dei Big Five, i cinque tratti della personalità teorizzati da McCrae e Costa (estroversione-introversione, gradevolezza-sgradevolezza, coscienziosità-negligenza, nevroticismo-stabilità emotiva, apertura mentale-chiusura mentale).

Luci e ombre
Lo studio, pubblicato su Psychology of Aesthetics, Creativity, and the Arts, ha evidenziato come l’heavy metal piaccia molto alle persone mentalmente aperte perché intenso, eccitante e coinvolgente. «Gli amanti di questa musica sono anticonformisti, aperti alle nuove esperienze e si disinteressano delle tradizioni musicali ormai vecchie» spiegano gli scienziati. «Tutto questo li porta a seguire generi musicali non convenzionali come l’heavy metal contemporaneo».

Qui comando io

I ricercatori hanno trovato una forte correlazione tra l’apprezzamento dell’heavy metal più estremo e il rifiuto dell’autorità. Una scoperta tutto sommato prevedibile, visto che molti dei gruppi più “pesanti” del panorama musicale internazionale - i W.A.S.P, gli Slayer, gli Immortal, tanto per citarne alcuni - sono noti per i loro testi trasgressivi, anti-religiosi e che prendono di mira l’autorità costituita.

Di che tribù sei?
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Insoddisfazione e autostima
Secondo Swami la musica heavy metal, soprattutto la più dura, evoca immagini legate alla rivolta contro la cultura dominante e questo fa sì che coinvolga particolarmente gli individui maggiormente insoddisfatti dalla società e dal potere. In molti casi questi stessi appassionati sono gli stessi che, nel test, hanno dimostrato i più bassi livelli di autostima: probabilmente perché questa musica così “forte” consente loro di sfogare frustrazioni e sentimenti negativi.

Fortunatamente lo studio - che va ricordato è basato su un campione molto piccolo - si conclude con un risvolto positivo: secondo i ricercatori britannici la musica metal può infatti contribuire a promuovere sentimenti positivi e rafforzare l’autostima.

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25 novembre 2013 Rebecca Mantovani
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