Dietro alla proverbiale cautela degli anziani non c'è solo l'esperienza raggiunta con l'età. La minore propensione a scelte azzardate dipenderebbe dalla riduzione del volume di materia grigia in una regione della corteccia cerebrale. Lo afferma uno studio della Yale School of Medicine (USA) pubblicato su Nature Communications.
Cause biologiche. L'analisi di scansioni cerebrali dimostrerebbe infatti che la tendenza a decisioni avventate è legata non all'età, ma ai cambiamenti della materia grigia (l'insieme dei corpi di neuroni) specialmente nella corteccia parietale posteriore destra, che risulta meno voluminosa nelle persone che tendono a posizioni conservative.
Accetti il rischio? I ricercatori hanno chiesto a 52 volontari tra i 18 e gli 88 anni di età di prendere alcune piccole decisioni finanziarie (per esempio decidere se accettare subito 5 dollari o scommettere con il 20% di probabilità di vincerne 20).
La conferma "diagnostica". A ciascuno è stato assegnato un valore di propensione al rischio, parametro confermato dalle scansioni cerebrali: nei più prudenti, indipendentemente dall'età, la corteccia parietale posteriore destra appariva più piccola. Studi precedenti avevano dimostrato che questa regione è più ampia chi tende a decisioni finanziarie avventate.
Con l'età che avanza, il numero di neuroni diminuisce, e sarebbe proprio la perdita di cellule nervose in una regione importante per la propensione al rischio a determinare la prudenza degli anziani (la saggezza, diciamocelo, c'entra meno).
Lunghe vedute. Entro i prossimi 30 anni, il numero di adulti sopra i 60 anni nel mondo sorpasserà per la prima volta quello dei bambini. Capire come un cervello maturo valuti i rischi sarà quindi essenziale per comprendere le dinamiche economiche e sociali del futuro.