Psicologia

La felicità in tutte le lingue del mondo

La Wikipedia delle emozioni positive: un glossario di parole intraducibili, cariche di sfumature in cui riconoscersi, prese in prestito da altre culture. Un progetto in costante aggiornamento.

Due anni fa Tim Lomas, docente di psicologia positiva applicata all'università di East London, si è recato ad Orlando, Florida, per il quarto congresso annuale dell'International Positive Psychology Association. Ed è rimasto folgorato da Emilia Lahti, ricercatrice della Aalto University (Helsinki), che spiegava il significato della parola finlandese sisu, la forza psicologica che permette a una persona di affrontare sfide straordinarie, anche senza la promessa di ricompense immediate.

Intraducibile. In italiano la renderemmo con perseveranza, forse grinta, o anche resilienza: ma il significato è più forte, indica una dote umana universale che ha una valenza importante nella cultura finlandese.

È così che Lomas ha avuto l'idea del Positive Lexicography Project, un glossario (online) universale e in costante aggiornamento che raccolga i termini usati in tutte le lingue del mondo per esprimere sentimenti, emozioni ed esperienze positive: parole che non hanno corrispondenza negli altri idiomi, ma che vale la pena conoscere.

In costante espansione. La prima edizione, pubblicata a gennaio 2016, raccoglieva 216 espressioni in 49 lingue, un meticoloso lavoro di ricerca e passaparola tra colleghi, studenti, dottorandi stranieri, fonti web. Oggi il glossario include quasi 600 termini in oltre 62 idiomi, divisi in tre macrocategorie: sentimenti, relazioni e aspetti del carattere.

Chiunque può sottoporre una nuova voce in questo originale vocabolario che, per ammissione di Lomas stesso, riporta un significato spesso approssimativo del termine, il più possibile vicino alla sfumatura originale.

Wabi-sabi, un termine giapponese che indica la capacità di saper apprezzare una bellezza imperfetta e transitoria. © Yuya Shino/Reuters

Uso scientifico, e non solo. Per Lomas, si trasformerà in uno strumento interessante per esplorare certi aspetti culturali (per esempio il fatto che molte lingue nordiche prevedano parole per indicare quella bella sensazione di tepore in casa, quando fuori fa freddo) o per evitare che la psicologia si trasformi in una scienza occidentalocentrica.

Familiarizzare con un catalogo così ampio di emozioni potrebbe inoltre influire positivamente sulla nostra capacità di riconoscere gli stati d'animo, e comportarci di conseguenza: è stato per esempio dimostrato che insegnare ai bambini di 10-11 anni ad utilizzare un vocabolario emotivo il più ampio possibile migliora il loro rendimento scolastico e le relazioni con i compagni.

Vale anche per gli adulti: saper distinguere uno spiraglio di speranza nel disappunto, o capire se siamo disperati o soltanto ansiosi, può aiutarci a elaborare migliori strategie emotive per affrontare le situazioni.

Ma, soprattutto, quello compilato da Lomas è un catalogo delle gioie della vita, che ogni tanto fa bene sfogliare. Vi proponiamo qui sotto alcuni dei termini più affascinanti.

mamihlapinatapei. "Uno sguardo tra persone che esprime tacito e reciproco desiderio" (lingua yagán, Terra del Fuoco, Sudamerica).

Dadirri. "L'atto profondo e spirituale di un ascolto riflessivo e rispettoso" (lingua aborigena australiana).

Desbundar. "Lasciar cadere le proprie inibizioni e divertirsi" (portoghese).

Shinrin-yoku. "Lo stato di rilassamento che si raggiunge dopo un bagno nella foresta, in senso letterale o figurato" (giapponese).

Ramé. Caotico e gioioso allo stesso tempo (balinese).

Utepils. "Una birra gustata all'aperto, soprattutto nel primo giorno caldo dell'anno" (norvegese).

Passeggiata. Camminata piacevole, tranquilla e rilassata. All'imbrunire, alla fine del lavoro (italiano).

Samar. Sedersi insieme per raccontare storie all’ora del tramonto (arabo).

Wabi-Sabi. Bellezza imperfetta e consumata (giapponese).

Heimat. "Un affetto radicato per un luogo nei confronti del quale si prova un forte senso di appartenenza" (tedesco).

Queesting. "Permettere a qualcuno che si ama di entrare nel proprio letto per chiacchierare" (olandese).

Kanyirninpa. Abbraccio protettivo e salutare, che infonde felicità ma anche salute fisica (nella lingua del popolo aborigeno australiano Pintupi).

Aware. "La sensazione dolceamara generata da un breve, caduco momento di trascendentale bellezza" (giapponese).

Iktsuarpok. "Il senso di anticipazione che si prova quando si aspetta qualcuno e si continua ad andare alla finestra per vedere se è arrivato" (lingua Inuit).

Fargin. Orgoglio e sincera felicità per il successo di qualcun altro (Yiddish).

Mepak. Il piacere delle piccole cose (serbo).

Desenrascanço. "L'abilità di cavarsi d'impiccio con stile, con una soluzione improvvisata" (portoghese).

Mbuki-mvuki. "Lasciar cadere i vestiti per danzare senza inibizioni" (lingua bantu, Africa).

Magari. "Se solo..., sarebbe bello, sarebbe stato bello, nei miei sogni" (italiano).

Thróisma. "Il suono del vento che mormora tra gli alberi" (greco).​

Gigil. "L'urgenza irresistibile di pizzicare o stringere qualcuno di amato" (lingua Tagalog, Filippine).

6 febbraio 2017 Elisabetta Intini
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