Attenti a cosa dite, ma soprattutto, a come lo dite. Il cervello umano è capace di giudicare il grado di sicurezza di una voce in un lampo: 0,2 secondi, più in fretta di un battito di ciglia.
convincenti, oppure no. L'hanno scoperto Xiaoming Jiang e Marc Pell della McGill University di Montreal (Canada) misurando l'attività elettrica del cervello di 64 volontari impegnati nell'ascolto di alcune frasi registrate. Le frasi (per esempio: "loro non bevono alcol") sono state fatte pronunciare da attori professionisti con l'intento di suonare sicure, abbastanza sicure, per nulla sicure o neutrali. Il grado di confidenza di ciascuna è stato confermato da un altro gruppo di soggetti, prima dell'esperimento.
diverse reazioni. I potenziali evento-correlati, cioè la risposta elettrofisiologica del cervello alle voci ascoltate, sono risultati visibili già dopo 200 millisecondi (0,2 secondi) dall'inizio di ogni registrazione. Le frasi più sicure hanno però sollecitato picchi più alti di attivazione, associati a un livello più profondo di processazione dell'informazione. Alle frasi abbastanza sicure è stata concessa invece una seconda possibilità: un secondo livello di attivazione cerebrale è stato mostrato dopo 330 millisecondi dall'inizio.
Parla, ti ascolto (bene). «Quando chi parla è molto sicuro di qualcosa, lo si intuisce fin da uno stadio molto precoce» spiega Jiang. «Le voci sicure stimolano una più intensa attività cerebrale. Ciò suggerisce che i cervelli degli ascoltatori preferiscono le frasi sicure: dedicano loro maggiore attenzione e le analizzano più velocemente».
esitazioni e incertezze. Ma che cosa rende una voce sicura alle orecchie altrui? Difficile a dirsi. Le frasi esitanti dell'esperimento avevano in genere una tonalità più stridula e parole pronunciate più lentamente, oltre a terminare con un acuto. Quelle neutre erano simili a quelle risolute, ma tenevano una frequenza più bassa, un'intensità più alta e venivano pronunciate più rapidamente.
Una marcia in più. Le ascoltatrici donne si sono dimostrate più decise nel valutare il grado di sicurezza delle voci ascoltate. L'elettroencefalografia (EEG) ha confermato i loro "superpoteri" mostrando, 1000 millisecondi dopo l'inizio delle frasi neutrali, un pattern di attività extra, tipico di quando si ricorre a abilità pratiche ed esperienze pregresse per elaborare una valutazione.
Erano già state riscontrate evidenze esperimentali sulla superiorità femminile nel riconoscimento dei segnali non verbali. I cromosomi sessuali o gli ormoni potrebbero avere un ruolo in questa indiscussa abilità, la cui causa precisa non è ancora nota.