Michael Skeide del Max Plank Institute e colleghi hanno reclutato 30 adulti analfabeti (in media di 31 anni) del nord dell'India, di lingua hindi, e dopo aver mappato alcune aree del loro cervello con la risonanza magnetica, per 6 mesi hanno insegnato a 21 di loro il devanāgarī, l'alfabeto hindi.
Al termine del periodo, ripetuta la risonanza magnetica, hanno riscontrato nel gruppo dei 21 una maggiore attività della corteccia, la parte più esterna del cervello, coinvolta nell'apprendimento. Ma, come riportano nel loro studio (in inglese), i cambiamenti dell'attività cerebrale non si sono fermati alle aree tipicamente correlate con lettura, scrittura e apprendimento.
Cervello profondo. In particolare, due regioni centrali del cervello si sono mostrate più attive dopo l'insegnamento: il talamo e il tronco encefalico, che hanno un ruolo riconosciuto nella coordinazione delle informazioni sensoriali (il talamo) e motorie (il tronco). Entrambe hanno mostrato nuove connessioni con la parte del cervello che processa le informazioni visive, e i cambiamenti più marcati sono avvenuti in quelle persone che più avevano sviluppato le loro abilità di lettura e scrittura, oltre che con i centri dell'attenzione (l'apprendimento ha insomma portato anche qui i suoi benefici).
Dislessia. I ricercatori si dicono convinti che lo studio, seppure molto limitato, potrà aiutare a comprendere meglio i meccanismi della dislessia, perché i risultati mettono in discussione la diffusa convinzione che il disturbo sia causato da un malfunzionamento del talamo.
La ricerca, ricorda Skeide, ha dimostrato che il funzionamento di quest'area del cervello può essere migliorato in modo significativo con soli 6 mesi di allenamento alla lettura. È probabile, aggiunge il coordinatore del progetto, Falk Huettig (Max Plank Institute), che i cambiamenti riscontrati nel gruppo dei 21 possano avvenire anche nei bambini che imparano il linguaggio scritto, e in modo ancora più significativo e rapido. Bisogna tuttavia ampliare il campione dei test e, per quanto riguarda i bambini con dislessia riconosciuta, accompagnarli nella crescita per diversi anni.