I capolavori di Vincent van Gogh e il pensiero scientifico di Albert Einstein hanno in comune una cosa: la genialità. Certamente nella genialità c'è sempre qualcosa che sfugge alle definizioni, ma è possibile allenare l'immaginazione e potenziare il pensiero creativo? Secondo la scienza, sì. Purché si capisca se si ha un'immaginazione creativa, immaginaria o episodica, e vengano poi applicati alcuni trucchi (anche se faticosi!).
Immagina, puoi. Quella che è definita "immaginazione creativa" si sviluppa in due momenti. Nel primo, il creativo osserva il problema sotto diverse angolazioni: lo scienziato si pone domande, raccoglie idee, punti di vista, suggestioni; l’artista che sente il bisogno di creare qualcosa di ancora non ben definito, invece raccoglie spunti, osserva, accumula esperienze, storie e dati che un giorno forse utilizzerà.
Per i neurofisiologi questa fase coinvolge il lateral thinking, ovvero il pensiero laterale (o divergente), un tipo di pensiero che non segue le regole della logica, ma è istintivo, capace di stabilire libere associazioni tra le cose.
Metodo o no? A questo stadio affascinante e suggestivo deve seguirne un altro più analitico e faticoso (il pensiero convergente): chi ha una mente creativa infatti non può limitarsi a raccogliere idee, ma deve valutarle criticamente, analizzandole una ad una razionalmente. Per farlo può chiedere l'aiuto a un gruppo di esperti o fare appello all'esperienza. Il genio non è quindi solo sregolatezza, ma anche metodo. Pablo Picasso non a caso, consigliava: "impara le regole come un professionista, in modo da poterle infrangere come un artista".
Allenare questo tipo di immaginazione dà buoni risultati: quanto più a lungo si ragiona su un argomento (accettando anche di fare errori), tanto più si potrà elaborare pensieri innovativi e originali. E alcuni studi sperimentali hanno dimostrato che prima si comincia, meglio è: chi ha iniziato da piccolo a fare questo esercizio è avvantaggiato, soprattutto se ha osservato il lavoro di persone più creative di lui.
Con la testa tra le nuvole. Un altro tipo di immaginazione è quella fantastica. In questi casi il genio si immerge completamente nel suo progetto, trascurando tutto il resto, come se vivesse in un mondo immaginario. Così si spiega la storia che si racconta sul filosofo greco Talete (VI a.C.)... talmente immerso nei suoi pensieri da finire dentro una pozzo.
Sviluppare un eccesso di pensiero magico ha controindicazioni, in primis quella di negare la realtà, ma riserva anche alcuni vantaggi. Negli adulti potenzia infatti la memoria, il problem solving e la pianificazione.
Anche in questo caso prima si inizia a svilupparla, meglio è: i bambini che sono stati incoraggiati dai loro genitori a partecipare a giochi di finzione o di ruolo, crescendo hanno livelli più alti di predisposizione alla fantasia, come gli aspiranti attori.
Viaggi mentali. Un ultimo tipo di immaginazione è quella episodica. Si basa infatti sul recupero di episodi reali del proprio passato.
In questo caso il creativo non si immerge in un mondo immaginario, ma riconsidera il proprio vissuto, immaginando percorsi alternativi. Il passato diventa così l'occasione per imparare, migliorare e progettare il proprio futuro.
Nel fare questo sforzo di creatività più che l'obiettivo, conta il metodo. Lo conferma anche uno studio: in una ricerca effettuata per valutare il potere dell'immaginazione è emerso che gli studenti che fantasticavano solo sui risultati desiderati (buoni voti per un test imminente), si comportavano in modo peggiore degli studenti che immaginavano il percorso più efficace per raggiungere i risultati (immaginando cioè di studiare a fondo).
Non a caso, uno dei creativi con la C maiuscola, Edison, aveva detto: Il genio è all’1% ispirazione e al 99% traspirazione. E si riferiva proprio al sudore.