L'orsetto o la copertina sgualcita con cui spesso dormono i bambini non è un semplice oggetto. Per loro ha quasi un'anima. È quanto hanno dimostrato in uno studio Bruce Hood dell'Università di Bristol e Paul Bloom della Yale University. I ricercatori hanno portato in laboratorio bambini dai 3 ai 6 anni con il loro oggetto preferito o, se non ne avevano uno, con un giocattolo. A ogni bambino poi è stata mostrata una "fotocopiatrice di oggetti": una finta macchina che a detta degli scienziati avrebbe dovuto riprodurre esattamente il loro giocattolo. I bambini senza oggetto preferenziale si dicevano propensi a creare una seconda copia del loro giocattolo, mentre i bimbi "innamorati" di un peluche, di una macchinina o di un dinosauro erano molto più restii, e dicevano di non voler un "doppione" del loro gioco.
«Questo dimostra che per i bambini» afferma Hood «l'oggetto amato ha un'essenza immateriale irriproducibile». In altre parole già a 3 - 4 anni gli esseri umani sono in grado di attribuire valori simbolici alla realtà, antropoformizzando gli oggetti. I bambini sanno bene che l'orsacchiotto non è vivo, ma per loro è come se lo fosse.