Essere un macho non fa bene alla salute, soprattutto quando il macho in questione è un po' in là con gli anni. È questa, in sintesi, la conclusione di uno studio americano: l'uomo che si ammala di più è proprio quello profondamente convinto di essere un duro e di essere nel giusto, quello che ha coltivato l'idea della mascolinità - che è una questione culturale e di cervello, e non necessariamente corrisponde al volume muscolare.
Decenni sotto esame. Per giungere a questa conclusione, un team di ricercatori della Michigan State University (Usa) ha esaminato i dati relativi a 5.500 persone (maschi e femmine) seguite nel corso di alcuni decenni. Risultato: gli uomini che credevano nell'ideale del duro erano anche quelli che dopo i 70 anni soffrivano di più di malattie cardiache e oncologiche.
Secondo i ricercatori, essere un uomo-tutto-di-un-pezzo porterebbe infatti con sé la convinzione che nella vita siano necessari comportamenti come non chiedere aiuto in caso di difficoltà, non mostrare i propri sentimenti e così via. Chi vive in questo modo finisce quasi sempre per essere una persona sola, senza una relazione stabile e con pochi amici.
il maschio a rischio. Dunque, chi pensa che i comportamenti da uomo dominante siano necessari per sentirsi un vero uomo, e ovviamente li mette in pratica nella vita, si ammala di più rispetto a chi non si riconosce nello stereotipo del macho. E lo dice la scienza.