I quattro gol subiti dal Milan nell’ultimo derby sono da attribuire esclusivamente a motivi tecnici, oppure ai colori della maglia che potrebbero aver influito sulle decisioni arbitrali? Sembra incredibile, ma secondo alcune ricerche presentate in un articolo recentemente publicato sulla rivista New Scientist potrebbe essere andata proprio così.
Rosso che vince non si cambia. Lo scorso anno un gruppo di psicologi dell’Università di Monaco ha mostrato le registrazioni di alcuni incontri di arti marziali a 42 arbitri e ha chiesto loro di decretare i vincitori. In questo tipo di lotta gli atleti si distinguono per il colore della divisa che può essere rossa o blu e il vincitore viene determinato in base al numero di colpi portati a segno correttamente. In una seconda fase dell’esperimento i ricercatori, dopo aver scambiato digitalmente i colori delle tute, hanno mostrato nuovamente i video ai 42 giudici chiedendo ancora loro di scegliere i vincitori. Il risultato del test è stato sorprendente: ai lottatori diventati rossi è stato attribuito il 13% di vittorie in più rispetto a quando erano blu. Il fenomeno si è manifestato soprattutto negli incontri tra lottatori dello stesso livello, quando risultava più difficile stabilire la supremazia netta di uno dei due.
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Rossi & cattivi
Russell Hill
Robert Barton
Premiere Leagu
Il comportamento dei primati per esempio è fortemente influenzato dal rosso: nei maschi di mandrillo la faccia e genitali rossi comunicano ai rivali la capacità di combattere e il livello di brillantezza del colore è direttamente proporzionale alla quantità di testosterone nel sangue. E secondo Barton l’uomo si comporta in modo simile: il volto di chi è arrabbiato e aggressivo si tinge di rosso, indicando che il sangue è più ricco di ossigeno e che l’individuo è pronto alla lotta. Al contrario chi muore di paura diventa improvvisamente bianco.
Anche tinto, purchè rosso. Per capire se la dominanza del rosso abbia origine genetica o ambientale, Sarah Pryke della Macquarie University di Sydney, nel luglio scorso ha condotto uno studio sui diamanti di Gould (Chloebia gouldiae), dei piccoli uccelli che possono avere la testa rossa o nera a seconda della genetica. Nelle competizioni per il cibo gli individui con la testa rossa hanno sempre vinto sugli altri. E hanno sempre vinto anche gli uccelli neri ai quali è stata colorata la testa di rosso, perchè in molti casi gli avversari hanno rifiutato lo scontro ancora prima di iniziare a combattere. In questi soggetti la paura del rosso sembra quindi essere innata.
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Tutti promossi con la penna rossa
Andrew Elliot