Psicologia

I benefici psicologici del disordine

Non sempre archiviare e programmare ogni cosa equivale ad avere il controllo della situazione: abbracciare uno stile di vita (un po') più caotico potrebbe sorprenderci positivamente.

Ogni disordinato cronico che si rispetti si trova periodicamente a dover difendere la sua posizione. Se siete tra questi, sappiate che la scienza è dalla vostra: non sempre avere una casa immacolata - o un tavolo intonso, o un'agenda perfettamente scandita - significa tenere le cose sotto controllo.

Prendiamo l'esempio classico della scrivania: il caos di scartoffie sulla vostra potrebbe mettervi in imbarazzo, eppure tenerla rigidamente ordinata potrebbe equivalere ad accumulare disordine "interno", come spiega l'economista Tim Harford in un articolo pubblicato su Quartz.

l'importanza di Delegare. Le bollette e i post-it sul tavolo servono come promemoria dei compiti ancora inevasi: paga le spese, rispondi a quella mail... Liberarci di quei riferimenti fisici significa relegare quel compito al nostro subconscio, che non farà che ricordarceli, ogni pochi minuti. Così per avere una scrivania ordinata ci avremo guadagnato in ansia.

Due tipi agli antipodi. Inoltre non sempre i più solleciti ad archiviare e catalogare sono anche i più organizzati sul lavoro. Nel 2001, Steve Whittaker e Julia Hirschberg, all'epoca ricercatori presso gli AT&T Labs, confrontarono scientificamente il comportamento degli "archiviatori" seriali di documenti con quello degli "accumulatori", che lasciano che la carta si stratifichi su ogni superficie orizzontale.

Sorpresa. I due scoprirono che gli archiviatori accumulano molte più scartoffie degli accumulatori, perché si affrettano a ordinare e metter via prima ancora di aver capito il reale significato dei documenti e di aver valutato la loro utilità. Il risultato? Un sacco di doppioni e faldoni più simili a ordinati "cestini della carta" che a reali archivi.

Distacco difficile. Quando tutti i volontari (più o meno ordinati) coinvolti nello studio furono obbligati a un trasloco di ufficio, gli archiviatori andarono subito in difficoltà: aver speso molto tempo a mettere in ordine documenti rendeva particolarmente arduo sbarazzarsene, anche quando si trattava di scartoffie senza importanza.

Soltanto l'essenziale. In quell'occasione, gli accumulatori ebbero la loro rivincita: l'aver tenuto i fogli a "stagionare" sul tavolo aveva fatto sì che selezionassero solo quelli davvero importanti. I disordinati cronici avevano archivi più snelli e densi di significato; il metodo era caotico, ma il risultato no.

Liberi davvero. Il discorso vale anche quando la necessità di "fare ordine" è proiettata nel futuro: le vacanze che contemplano una certa dose di casualità sono percepite come più lunghe e rilassanti di quelle organizzate al minuto. Avere la possibilità di prendere decisioni cruciali nel momento esatto in cui si deve sarà forse più rischioso, ma permette di vivere il momento e di accumulare ricordi più vividi di quell'esperienza.

Il risvolto artistico. L'essere sempre allerta e poter vivere una situazione nel momento stesso in cui si presenta garantisce anche migliori spunti creativi: ecco perché un po' di imprevedibilità è necessaria a chi è in cerca di ispirazione.

La giusta misura. Per lo stesso motivo, è stato dimostrato che una pianificazione mensile degli impegni funziona molto meglio di una giornaliera. Nelle giornate rigidamente scandite non c'è infatti spazio per gli impegni inaspettati. Lasciarci aperta la possibilità di improvvisare è di vitale importanza per lavorare in modo più sereno e produttivo.

2 febbraio 2017 Elisabetta Intini
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