Psicologia

Genitori distratti da tablet e cellulari? Il problema è la distrazione, non lo schermo

Le "interruzioni tecnologiche" nel rapporto tra genitori e figli non sembrerebbero più dannose delle distrazioni che non coinvolgono uno schermo.

Potreste non aver mai sentito parlare di tecnoferenza eppure viverla in prima persona ogni giorno: gli scienziati chiamano così la continua interferenza degli schermi di smartphone, tablet e pc nella quotidianità, il virtuale che irrompe nel reale, disturbandolo. Le distrazioni offerte da tablet e cellulari influenzano negativamente i rapporti familiari, in special modo la relazione tra genitori e figli. Tuttavia, secondo un nuovo studio, il problema potrebbe non essere tanto la presenza di un device, quanto semplicemente il fatto che... si è distratti.

Sei qui o altrove? In base alla ricerca, pubblicata su Frontiers in Child and Adolescent Psychiatry, i momenti di disattenzione dei genitori impegnati a controllare i cellulari o altri dispositivi tecnologici non sarebbero più nocivi, nel rapporto con i figli, dei momenti di disattenzione dovuti a motivi diversi, che non coinvolgono un device. Se i genitori interrompono un tempo di gioco perché sono distratti da altro, la quantità e la qualità delle loro interazioni con i figli in quel frangente calano. Indipendentemente dal motivo della loro momentanea assenza.

Doppio compito. Nevena Dimitrova, ricercatrice dell'Università delle Scienze Applicate e delle Arti della Svizzera occidentale, ha seguito 50 coppie di genitori e figli di 22 mesi di età in un momento di gioco di una decina di minuti. Un terzo delle coppie ha potuto giocare senza distrazioni; in un secondo gruppo, dopo 5 minuti, ai genitori è stato chiesto di compilare un questionario su carta, e nel terzo gruppo, dopo 5 minuti i genitori hanno dovuto compilare lo stesso questionario sullo schermo di un tablet. Anche quando i genitori venivano distratti è stato chiesto loro di provare a continuare a interagire con i piccoli.

Presenti assenti. I genitori che avevano compilato i questionari sono risultati inevitabilmente meno recettivi alle richieste e alle forme di comunicazione manifestate dai bambini, che sono sembrati in quel momento meno coinvolti nella relazione con l'adulto. L'interferenza introdotta di proposito ha agito negativamente su quel momento di gioco, indipendentemente dalla sua natura tecnologica o meno. «Osserviamo che non sono gli schermi di per sé a danneggiare la qualità dell'interazione genitore-figlio», chiarisce Dimitrova. «Piuttosto, sembra essere il fatto che il genitore non sia pienamente coinvolto nell'interazione, che ha un impatto negativo sulla comunicazione genitore-figlio».

Fermare il tempo. Quanto agli schermi, «c'è la possibilità che oggi siano così onnipresenti che i bambini molto piccoli si stanno abituando a vedere i loro genitori che li usano», precisa la ricercatrice.

In ogni caso, concludono gli scienziati, la relazione con i figli dà il massimo per il loro sviluppo se non ci sono distrazioni. Specialmente nei casi in cui ci siano altri fattori che rendono faticoso ritagliarsi momenti di tempo esclusivo insieme.

9 giugno 2024 Elisabetta Intini
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