Nelle scuole europee c'è un luogo tabù, e gli scolari evitano di assecondare i loro bisogni fisiologici.
Bambini nel gabinetto di un asilo. In tutte le scuole europee i bisogni fisiologici sono inibiti dalla scarsa igiene. |
Odori sgradevoli, graffiti dai contenuti non proprio educativi, tazze rotte, porte malmesse, chiavistelli che restano aperti quando dovrebbero garantire tranquillità e si trasformano invece in trappole al momento di uscire. Andare in bagno a scuola, per molti scolari è un incubo. Dunque preferiscono non utilizzarlo, e a causa di ciò soffrono di infezioni urinarie, costipazione, incontinenza. Lo conferma uno studio effettuato da un gruppo di ricercatori inglesi e svedesi, condotto in oltre 300 scuole di Inghilterra e Svezia. Circa metà dei maschi e un terzo delle femmine evitano l’uso del bagno per tutta la durata della giornata scolastica, la maggior parte si rifiuta soprattutto di utilizzarlo per defecare.
Assalto alla privacy. Tra i timori che inibiscono l’uso del gabinetto c’è anche quello di subire scherzi sgradevoli da parte di compagni che hanno atteggiamenti spavaldi che a volte possono mettere in atto comportamenti violenti. La legislazione europea attuale, sostengono i ricercatori, si limita a indicare il numero di bagni per allievo, mentre sarebbe necessario che venisse offerto un ambiente confortevole. Per evitare problemi di salute, la legge dovrebbe dunque stabilire anche accettabili standard igienici: per esempio la disponibilità di sapone, asciugamani, carta igienica e il diritto alla privacy.
(Notizia aggiornata al 31 gennaio 2003)