Più presenti di un tempo nell’accudimento dei bambini, un po’ più anziani ma molto attivi, i nonni sono diventati figure centrali per molte famiglie moderne. Ed è forse anche per questo che la festa dei nonni, che ha soltanto pochi anni, sta guadagnando sempre più famosa. Perché appunto i nonni sono diventati sempre più importanti nelle famiglie moderne.
Rispetto al passato, e per via del calo demografico, i nonni hanno spesso soltanto uno o due nipoti, ai quali il 90% di loro dedica almeno un po’ del suo tempo, anche se soltanto una minoranza li cura in modo sistematico. Secondo i dati Istat, in Italia, solo il 17,7% dei bambini non viene mai affidato ai nonni e il 30,6% sta spesso con loro quando i genitori lavorano e in diverse altre circostanze. Il 42,6%, invece, è lasciato agli anziani della famiglia più raramente, per esempio in caso di malattia, se i genitori escono per commissioni o durante le vacanze scolastiche.
Un valore vero. La portata economica di questo supporto è difficilmente quantificabile, ma è certamente rilevante. «I nonni costituiscono una risorsa in un Paese come il nostro, dove il welfare non si è mai realizzato pienamente», spiega Carla Facchini, professoressa di Sociologia della famiglia all’Università Bicocca di Milano. «I genitori possono non solo risparmiare i costi di una baby sitter, ma anche contare su un supporto costante e duraturo nel tempo».
Anche per questo, a favorire la relazione sono delle precise scelte di mamma e papà che, per esempio, sempre più spesso decidono di andare a vivere in una zona molto vicina all’abitazione dei loro genitori. «Questa contiguità spaziale permette di impostare un rapporto continuativo tra le generazioni», continua Facchini. «Così, nella prima infanzia il numero di bambini che frequentano l’asilo nido continua a essere contenuto».
Non improvvisare. I nonni, dunque, rappresentano sempre più spesso figure di riferimento rilevanti, che permangono a lungo nella vita dei bambini, degli adolescenti e dei giovani. Ma proprio per questo, il loro coinvolgimento nell’educazione deve essere particolarmente curato. «Una delega totale può comportare aspettative eccessive da parte dei nonni, che possono poi favorire l’insorgere di tensioni con i genitori», prosegue la sociologa. «Questo accade soprattutto se i valori e il metodo educativo non coincidono, e più frequentemente dopo la prima infanzia».
Una ricerca sulle nonne, curata da Maria Claudia Alemani, pedagoga alla Bicocca di Milano, ha evidenziato le aree più critiche. «Durante i colloqui è emersa la volontà formale di voler rispettare le indicazioni dei genitori, ma nella pratica i nonni tendono a derogare su diversi aspetti e in particolare sulla gestione del tempo e sull’alimentazione», spiega Alemani.
«Del resto, alcune ricerche confermano che i bambini curati dai nonni sono percentualmente più in sovrappeso rispetto agli altri, forse anche per via di un’ansia eccessiva per la salute dei nipoti».
In vacanza con loro
In Italia, ogni estate, un milione di nonni portano in vacanza 1.700.000 nipoti. Sarebbe strano il contrario, considerando che i bambini da zero ai 6 anni giocano più con loro che con i coetanei. Inoltre, le esigenze familiari e l’impegno lavorativo dei genitori rendono necessario pianificare le attività dei figli nei mesi in cui le scuole sono chiuse. Complice anche il costo dei campus estivi, i nonni si collocano al primo posto tra coloro che si prendono cura dei più piccoli.
Le vacanze con i nonni hanno un ritmo diverso e più lento rispetto a quelle in famiglia. Rimane importante, quindi, che gli adulti si accordino per la gestione del tempo del bambino, specie in età scolare. Prevedendo, per esempio, ore dedicate ai compiti estivi, e limitando quelle passate sui dispositivi elettronici o davanti alla Tv. Alcune ricerche effettuate all’Università Bicocca, infatti, suggeriscono che i nonni tendono a fare troppe eccezioni alle indicazioni ricevute dai genitori; una pianificazione chiara e condivisa può aiutare a evitare tensioni e fraintendimenti.