Secondo una ricerca condotta dall'Università del Kent e pubblicata sul British Journal of Social Psychology, le persone con una mentalità collettivista sarebbero più rispettose delle misure di sicurezza anti-covid, come il distanziamento sociale e le prassi igienico-sanitarie. Al contrario, l'egoista tende a ignorare i comportamenti anti-covid più virtuosi, in parte anche perché influenzato dalle teorie del complotto riguardanti il coronavirus e perciò per qualche motivo convinto di essere immune o, al contrario, impotente davanti al virus della covid, o addirittura che non esista.
Pensare al prossimo. Lo studio, condotto su 724 partecipanti, sottolinea la necessità per il governo di promuovere il collettivismo, inteso come altruismo e propensione a mettere il bene della comunità prima del proprio, e di combattere la diffusione di fake news e complottismi. Così facendo, sostengono gli esperti, i cittadini sarebbero più coinvolti nella lotta alla CoViD-19, e si presterebbero più facilmente ad adottare le misure necessarie tenendo in considerazione la salute altrui.
Lo studio. Chi ha partecipato alla ricerca ha dovuto completare un questionario online, nel quale ha descritto il proprio comportamento durante la pandemia, spiegato se provasse un sentimento di impotenza di fronte a essa, e riferito la propria posizione in merito alle cosiddette teorie del complotto - tra le quali, ad esempio, il fatto che il 5G aumenti il rischio di ammalarsi di CoViD-19 o che il virus SARS-CoV-2 sia stato creato in laboratorio.
Promuovere una mentalità collettivista. «Il governo dovrebbe promuovere il collettivismo, sottolineando la forza della collettività e facendo capire ai cittadini che siamo tutti sulla stessa barca», spiega Mikey Biddlestone, capo dello studio. «Così facendo le persone sarebbero incoraggiate a rispettare le linee guida per la salvaguardia della salute di tutti, e questo farebbe la differenza anche in caso di crisi sanitarie future».