Quello che la gente mangia e beve, dove e quando consuma i pasti, dice molto su chi è. Antropologi e psicologi studiano da tempo le abitudini alimentari come rivelatore delle differenze culturali. Di solito, per indagare sul comportamento sociale, i ricercatori si affidano alle interviste sulle preferenze individuali, ma proprio per questo motivo è difficile avere informazioni su scala globale.
Un gruppo di ricercatori della School of computer science dell’Università di Birmingham e dell’Università di Belo Horizonte, in Brasile, ha avuto l’idea di mappare le analogie e le differenze culturali tra paesi ma anche tra città e quartieri su larga scala, usando i dati ricavati dai social network, in particolare quelli sull’accesso a Foursquare. Tramite l’app basata sulla geolocalizzazione (creata nel 2009 e con 45 milioni di utenti a gennaio 2014), si scambiano con i propri contatti informazioni sui check-in, i posti visitati, e suggerimenti su dove andare.
orario dei pasti. Nello studio, presentato al British Science Festival che si è tenuto all’Università di Birmingham, i ricercatori hanno mappato gli accessi di oltre 500mila persone in locali e ristoranti per una settimana, e li hanno suddivisi in tre categorie: bere, slow food e fast-food. Poi hanno fatto analisi statistiche per misurare la distanza culturale (o la vicinanza) tra diversi paesi in base all’orario dei pasti e al tipo di locale visitato. Ne sono emersi fatti scontati e altri meno. Gli inglesi, per esempio, consumano il loro pasto principale a cena, i brasiliani a pranzo, e negli Stati Uniti più o meno a tutte le ore del giorno. A Las Vegas si mangia anche all’alba come al tramonto.
Lontani ma vicini. Non è detto inoltre che, in un mondo globalizzato, prossimità geografica significhi vicinanza culturale: nelle abitudini sul bere, per esempio, i francesi tendono a frequentare lo stesso tipo di locale dei brasiliani piuttosto che degli inglesi. Le grandi città metropolitane come Londra, New York, San Francisco si somigliano tutte tra loro, ma Parigi spicca per la sua diversità. La città con più differenze al suo interno sembra proprio Londra, in cui le abitudini e i gusti variano molto tra una zona e l’altra del centro. Una forte correlazione si osserva anche tra posti lontanissimi, per esempio tra il quartiere del Greenwich Village a New York e quello di Shibuya a Tokio. E non è un caso: Shibuya è anche noto come il Greenwich Village giapponese.
Oltre che per informazioni di natura culturale, questi strumenti sono guardati con interesse dal marketing.
Una catena di ristoranti, per esempio, potrebbe decidere se aprire o no locali in un certo paese, e magari scegliere un preciso quartiere di una città, in base alle abitudini locali dei consumatori.
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