Un'ideologia totalizzante travolge nei terroristi ogni altra considerazione. Lo ha constatato la psicologa Jocelyn Bélanger, della New York University ad Abu Dhabi, che ha potuto intervistare terroristi islamici detenuti, per capire cosa crei la loro particolare forma mentale. Come riportato su Philosophical Transactions of the Royal Society, il punto chiave in loro è l'aver messo al centro della propria identità una ideologia che tutto spiega e regola, leggendo poi il mondo solo attraverso di essa.
Non uccidere. «Questa forma mentale porta a quattro processi che spianano la strada al terrorismo: la resa morale (cioè il crollo di ogni norma interiore come: "non uccidere") che permette di compiere crimini senza sentire rimorso. Poi l'odio, che si scatena contro chiunque metta in discussione l'ideologia. Ancora: la limitazione delle relazioni sociali, che si riducono solo a contatti con chi la pensa allo stesso modo. Infine, la "reattanza psicologica" cioè una resistenza, spesso inconscia, a qualsiasi ordine o consiglio provenga anche da persone loro vicine, come parenti e amici, in nome della propria libertà».
Questo significa che cercare di cambiare la loro mente con il convincimento razionale è, purtroppo, inutile. L'unica strada, dicono gli esperti, è soddisfare il bisogno dei terroristi di far parte di un gruppo solidale, trovandogliene uno non violento, che sia anche in grado di rendere la loro vita più soddisfacente della precedente.
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Alex Saragosa