L’invidia può far male a sé e agli altri. Ma ci sono antidoti per… smettere di rodersi. Oltre a impegnarsi per avere ciò che desideriamo, si può attuare una strategia di compensazione. «Ci si focalizza sugli aspetti positivi della propria vita, o sul successo in un ambito diverso: se il confronto è stato perdente sul lavoro, ci si può concentrare sul fatto che si ha più tempo libero e quindi una ricca vita sociale» spiega Valentina D’Urso, docente di psicologia generale all’Università di Padova.
Svalutazione. Meglio concentrarsi sulle proprie fortune. E non enfatizzare il valore delle cose desiderate che non si hanno. «Vedere non solo la faccia invidiabile del rivale, ma i suoi lati negativi, può placare il risentimento, benché questo possa prendere la forma della svalutazione del rivale o della cosa posseduta».
Come la volpe della favola di Esopo, che trova acerba l’uva che non può raggiungere. Può servire poi riflettere sull’irrazionalità delle ruminazioni tipiche dell’invidia: fanno stare male e non portano benefici.