Ci tiene svegli di notte e agitati di giorno, ed è considerato una delle moderne "piaghe" per la salute: è lo stress, che non risparmia nessuno, anche se alcuni riescono a gestirlo meglio di altri e persino sfruttarlo per rendere meglio.
Uno di questi è Ian Robertson, neuroscienziato cognitivo del Trinity College di Dublino, autore del saggio The Stress Test: How Pressure Can Make You Stronger and Sharper (stress test: come sentirsi sotto pressione può rendere più forti e intelligenti). Nel giorno più stressante della settimana, il popolare sito di informazione Quartz ha ripreso alcune pillole scientifiche dal lavoro del ricercatore, che vi poniamo qui.
arma a doppio taglio. Lo stress fa aumentare nel cervello la produzione di noradrenalina, un neurotrasmettitore che agisce su regioni cerebrali coinvolte nel controllo dell'attenzione e nella reazione agli eventi.
Quando questa sostanza è presente in quantità troppo elevate o troppo moderate, il cervello non funziona al meglio. Ma in piccole dosi la noradrenalina consente alle diverse aree cerebrali di comunicare più facilmente, e incoraggia la formazione di nuove connessioni neurali. Un processo che a sua volta consolida le funzioni cognitive e rende meno ansiosi, meno depressi e più efficienti nelle azioni e nel ragionamento.
Il giusto equilibrio. Potenzialmente abbiamo gli strumenti per trasformare lo stress quotidiano in un potente stimolante e antidepressivo naturale. Ma riuscire a dosare la quantità di ansia che possiamo gestire non è facile, e il rischio di lasciarsi debilitare, anziché stimolare, è sempre dietro l'angolo. Ci sono tre strategie scientifiche che possono venirci in aiuto.
1. Cambiare si può (basta crederci). Il fattore più importante è adottare un approccio costruttivo: essere convinti che siamo in costante crescita e non costretti a vivere con un determinato tratto caratteriale. Nel caso dello stress, continuare a ripetersi che è una caratteristica che abbiamo ereditato dai nostri genitori (e che quindi dobbiamo tenerci) non aiuta. Bisogna invece credere che abbiamo tutti gli strumenti per cambiare, e trasformare l'ansia in eccitazione positiva (vedi).
2. Fingi... finché non funziona! Quando si prova a trasformare lo stress in entusiasmo può essere utile ostentare positività: adottando questo atteggiamento, spiega Robertson, si può indurre il cervello a creare i correlati mentali di quella forzata positività. Finché la facciata non si trasforma in convinzione reale.
3. I bambini devono sperimentarlo. Lo stress funziona un po' come il sistema immunitario: a gestirlo si impara con piccole, graduali esposizioni. Tutelare i più piccoli da ogni possibile stimolo ansiogeno non sempre paga. Una (moderata) esperienza dello stress durante l'infanzia può rivelarsi utile in età adulta.
Studi dimostrano che i bambini adottati in tenera età crescono sviluppando minori livelli di cortisolo (l'ormone dello stress) nelle situazioni stressanti rispetto a bambini cresciuti in contesti ovattati. Chi ha attraversato alcune difficoltà nella vita, resiste meglio anche ad alcune forme di dolore cronico.
Questo non significa che si debba ricercare a tutti i costi l'esposizione all'ansia, ma solo che, come nel caso di un attore prima di uno spettacolo, una minima quantità di preoccupazione può aiutare a rendere meglio, se si impara a gestirla.