Sul numero 239 di Focus, in edicola dal 13 agosto 2012 un dossier su "Perché cambiamo partner. E perché no!". Cambiamo per cercare quello giusto. Per una nuova libertà. Ma anche per l’eredità dell’evoluzione. Perché, spiegano gli antropologi, siamo monogami, sì. Ma seriali.
D'altro canto, non cambiamo partner perché la coppia stabile fa vivere meglio, riduce lo stress, consente nuove sfide e... allunga la vita.
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Le ricerche sulla psicologia e sulla chimica cerebrale dell'innamoramento consentono molte applicazioni pratiche.
Ci sono momenti della vita in cui innamorarsi sarebbe una iattura: l’innamoramento è un’esperienza che assorbe molte energie e potrebbe distogliere da traguardi personali che al momento non contemplano la coppia.
Le fasi dell'amore
In altri periodi invece la vita si è assestata e l’innamoramento e la vita di coppia possono essere un completamento che consente di vivere ancora meglio.
Che cosa consigliano le ricerche a chi vuole innamorarsi? E cosa a chi non vuole innamorarsi?
Lo spiega questo divertente "decalogo" tratto da un lungo e approfondito dossier sul sesso del numero 239 di Focus, in edicola dal 13 agosto 2012: "Perché cambiamo partner. E perché no!" (vedi box).
Come NON innamorarsi
Come innamorarsi
- Se il primo bacio o, peggio, la prima chiacchierata funzionano, bisogna passare al sodo prima possibile evitando implicazioni sentimentali.
- Mai due volte di seguito con la stessa persona e sicuramente mai tre nell’arco di un mese. Ridurre al minimo le coccole pre e post amplesso per ridurre la produzione di ossitocina, ormone che favorisce il legame. Lasciar passare tempo fra gli incontri, inframmezzandoli con quelli con altri partner.
- Evitare di guardare l’altra persona negli occhi: il naso è un ottimo sostituto. Evitare di condividere informazioni personali: il legame inizia con l’empatia.
- Frequentarsi in compagnia e isolarsi solo per il tempo necessario all’amplesso, niente amicizia su Facebook.
- Se l’altro vuole approfondire la conoscenza, menzionare figli e matrimonio: può affrettarne la fuga.
- Cercare una persona libera, che non abbia bisogno di essere costantemente al centro dell’attenzione o rassicurata, e che risponda alla propria “mappa amorosa” (aspetto fisico, attributi cerebrali, mondo ideale, interessi).
- Guardare l’altro negli occhi, sorridendo (accende aree del cervello associate a benessere e intimità): se le pupille si dilatano, si è ricambiati.
- Imitare il linguaggio corporeo dell’altro: posizione del corpo, tono di voce, velocità della parlata: il rispecchiamento aumenta la sensazione di vicinanza.
- Parlare di dettagli personali e ascoltare l’altro almeno mezz’ora, poi tacere e guardarsi negli occhi per 4 minuti: secondo Arthur Aron, psicologo newyorkese, sono 34 minuti decisivi.
- Fare l’amore con la stessa persona più spesso possibile: l’ossitocina prodotta aiuta a stringere il legame.
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