Se vostra madre vi dice: «Mi piace mettere i tacchi a spillo», non vi sembra strano, se lo dice vostro zio, probabilmente avrete una reazione a scoppio ritardato, perché ci mettete un po’ a capacitarvi di quello che sta dicendo.
Scienziati e linguisti hanno sempre pensato che questo particolare “ritardo” dipendesse dal fatto che il nostro cervello elabora prima il significato della frase (mi piace mettere i tacchi a spillo) e solo dopo si preoccupa della persona che lo ha detto (in questo caso lo zio), richiamando alla mente tutte le informazioni utili (uomo, mezza età, sposato con figli). Alcuni scienziati olandesi, invece, osservando con l’elettroencelalografo (EEG) il cervello di una dozzina di volontari alle prese con frasi “strampalate”, hanno scoperto che il senso della frase e il contesto vengono analizzati nello stesso tempo. Ed elaborati molto probabilmente nella stessa zona del cervello. Solo che quando in una frase una parola ci suona strana il nostro cervello ha un picco di attività, con un’accelarazione di 100 millisecondi. Sarà questa la causa del piccolo ritardo?