Acqua liscia o gassata, birra chiara o rossa, aranciata dolce o amara... sui gusti non si discute. Ma alcuni ricercatori hanno scoperto che il gusto non è solo una questione di palato.
I nostri gusti sono condizionati a livello neurologico dalle informazioni pubblicitarie. Nella foto, un cartellone della Coca Cola in Egitto. |
Cioccolato fondente o al latte, tè o caffè, tamarindo o chinotto? Sui gusti, si sa, non si discute, a meno che… non sia qualcuno a influenzarli.
Durante un esperimento condotto dal dipartimento di psicologia dell'università di Princeton, Samuel McClure e il suo team hanno fatto una curiosa scoperta: le nostre scelte non sono solo una questione di palato ma possono essere influenzate dalle informazioni culturali, che sono memorizzate in una specifica zona del cervello.
A questa conclusione gli scienziati sono giunti dopo aver analizzato i cervelli di 67 volontari durante una “degustazione” di Coca Cola e di Pepsi. Nel momento dell'assagio, i ricercatori hanno osservato la loro attività cerebrale con una risonanza magnetica funzionale per immagini (fMRI), che misurando il flusso sanguigno, individua le zone del cervello con una maggiore attività. Hanno potuto vedere quali regioni erano attive quando i volontari bevevano bendati, affidandosi soltanto alle informazioni fornite dal gusto e quando, invece, sapevano quale bibita stavano assaggiando.
Sai cosa bevi? Mentre per la Pepsi gli scienziati non hanno trovato differenze particolari tra i due momenti, quando i volontari sapevano di bere Coca Cola si attivavano due zone precise del cervello, la cosiddetta corteccia prefrontale e l'ippocampo, che condizionano il nostro comportamento in base alle emozioni e agli affetti.
|
Neuromarketing. L'ippocampo inoltre, secondo quanto scoperto dai ricercatori, avrebbe un ruolo importante nel richiamare le informazioni culturali capaci di condizionare le nostre preferenze. (Notizia aggiornata al 14 ottobre 2004)) |