Manca meno di una settimana alla BrExit e i media i britannici si sbizzarriscono nei sondaggi più curiosi sul comportamento dei sostenitori dei due opposti schieramenti. Secondo uno studio condotto dall’Istituto di ricerca ComRes, per esempio, coloro che giovedì prossimo sosterranno l’uscita del Regno Unito dall’Europa sono più propensi a credere che il riscaldamento globale e i suoi effetti siano amplificati dai media, non credono agli scienziati e sostengono le teorie creazioniste. Inoltre, non sono particolarmente favorevoli alle pale eoliche offshore ma vedono di buon occhio il fracking per il maggior sfruttamento dei giacimenti di gas e petrolio.
Lo studio di ComRes è stato condotto su 1.618 persone, equamente divise tra favorevoli e contrari alla BrExit.
La parola ai politici. Il campione è relativamente piccolo, ma molte di queste teorie sono condivise anche da eminenti esponenti della politica britannica. Tra questi l’ex cancelliere Nigel Lawson, l’ex segretario per l’ambiente Owen Paterson e il giornalista Matthew Ridley.
Anche l’ex sindaco di Londra, Boris Johnson, pur non avendo mai apertamente negato il contributo umano al riscaldamento globale, qualche tempo fa ha pubblicato un articolo nel quale sosteneva che la neve accumulatasi sul suo davanzale suggeriva di dare ascolto agli scettici del global warming piuttosto che agli scienziati.
Lo scetticismo in cifre. I risultati sono ben sintetizzati dai numeri: il 68% dei favorevoli all’uscita del Regno Unito dall’Europa è convinto che i media esagerino il ruolo dell’uomo nel riscaldamento del pianeta, contro il 52% degli europeisti.
Il 44% dei sostenitori della BrExit è anche convinta che gli scienziati abbiano troppo potere nell’influenzare la vita politica del paese, contro il 22% dei remainers, cioè di coloro che vogliono restare nella UE.
«È scoraggiante vedere come ancora così tanta gente si rifiuti di riconoscere il valore delle evidenze scientifiche e svaluti il lavoro degli scienziati», commenta ai media Assaad Razzouk, CEO di Sindicatum Sustainable Resources, l’ azienda specializzata in tecnologie verdi che ha commissionato lo studio.