Il neologismo metrosexual è stato inventato nel 1994 dal giornalista inglese Mark Simpson per indicare una nuova generazione di uomini, eterosessuali, che vivono nelle grandi città (metro-) e che hanno una grande attenzione per il proprio aspetto.
Narcisisti e salutisti curano il loro fisico in modo spasmodico ricorrendo anche a prodotti di cosmesi: fitness, abbronzatura a raggi UVA, depilazione parziale o totale del corpo sono tra i vezzi più diffusi.
Tendenzialmente benestanti, possono permettersi (e vogliono) vestiti alla moda e un'alimentazione salutistica. Si potrebbe dire, anche se la definizione non è corretta al 100%, che il metrosexual è la versione moderna del dandy inglese di fine '800.
Omosex, bisex o metrosex? La parola metrosexual, al contrario di omosessuale o bisessuale, non riguarda però l’orientamento sessuale delle persone e non è un termine della psicologia. L'invenzione del termine, infatti, voleva spiegare come fossero cambiati i gusti estetici e le abitudini di acquisto degli uomini delle grandi città. Tuttavia la cura del corpo e dell'abbigliamento di un metrosexual è molto più simile a quella tipica di un bisessuale o di un omosessuale, rispetto a un eterosessuale.
Storia italiana. È entrato nelle cronache italiane per un'intervista di Alessandro Cecchi Paone sulla nazionale di calcio italiana del 2012 («in questa nazionale ci sono due gay, un bisessuale e alcuni giocatori metrosexual» dichiarò Cecchi Paone), sbalzando dalle nuove parole più utilizzate l'ormai "inflazionato" spread.
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