La schizofrenia è uno dei più importanti disturbi psichiatrici, per le gravi conseguenze sulla possibilità di mantenere le capacità lavorative, sociali e personali del soggetto che ne viene colpito. Il disturbo comincia di solito in età giovanile e colpisce lo 0,5 per cento circa della popolazione.
L'andamento della malattia è cronico, con periodi in cui si riacutizzano i sintomi (deliri, allucinazioni e disorganizzazione del comportamento), alternati ad altri momenti di progressivo deterioramento della capacità di prendere decisioni, di provare piacere, di mantenere o stabilire affetti.
La forma acuta è più facilmente curabile, soprattutto in ambito ospedaliero, con farmaci antipsicotici. La forma cronica, che viene definita deficitaria, peggiora invece nel corso del tempo e necessita sia di trattamento farmacologico per prevenire le ricadute, sia di un trattamento riabilitativo, detto cognitivo-comportamentale, che faccia recuperare al paziente le capacità perse.
Degenerazioni cerebrali. Le cause della malattia sono tuttora sconosciute, ma l'origine biologica è confermata da ricerche che hanno individuato diverse alterazioni del funzionamento cerebrale dei soggetti schizofrenici. Le ricerche hanno permesso di sviluppare nuovi composti con effetti collaterali ridotti, efficaci sia nelle fasi acute sia nel rendere i pazienti più ricettivi agli interventi riabilitativi. Ma la schizofrenia resta una delle malattie psichiatriche più gravi, necessaria di continue ricerche scientifiche sulle connessioni cerebrali e le capacità cognitive del cervello.