Quando a sfiorare la pelle di un braccio è la nostra mano, e non quello di un altro, il cervello sembra attenuare la percezione sensoriale: lo afferma una ricerca pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences, che aiuta a far luce sui meccanismi alla base della costruzione del senso del sé.
L'abilità nel distinguere percettivamente se stessi dagli altri e riconoscere i confini del proprio corpo è una conquista a cui non facciamo più caso, ma che è tutto fuorché scontata. Nei primi mesi di vita, i neonati apprendono dove finisce il loro corpo attraverso il contatto con chi si prende cura di loro, mentre problemi con il concetto del sé caratterizzano alcuni disturbi psichiatrici, come la schizofrenia: se è vero che la maggior parte delle persone sane non riesce a farsi il solletico da sola, molti pazienti schizofrenici ci riescono, la prova che il loro cervello interpreta la percezioni sensoriali del loro stesso tocco in modo atipico.
Le vie del tatto. La pelle è disseminata di recettori sensoriali che reagiscono al tatto, alla pressione, agli stimoli dolorosi, al freddo e al caldo. Queste informazioni sono trasmesse al midollo spinale e attraverso di esso, all'encefalo che le elabora, le integra e le interpreta per formulare una risposta. I ricercatori dell'Università di Linköping, in Svezia, hanno condotto una serie di esperimenti tattili su alcuni soggetti sistemati all'interno di una risonanza magnetica funzionale (fMRI). Hanno chiesto ai volontari di toccarsi lentamente il braccio da soli, e li hanno poi toccati allo stesso modo, misurando di volta in volta l'attività delle varie aree cerebrali.
Quando lo stimolo era auto-somministrato, la risposta a tutti i livelli della "scala" (sensoriale prima, e di attivazione cerebrale poi) è parsa attenuata. Il segnale veniva cioè smorzato già a partire dal suo passaggio nel midollo spinale, prima ancora che arrivasse ad essere analizzato dal cervello.
So che cos'è: non farci caso. La scoperta è compatibile con una nota teoria, secondo la quale il cervello cerca di prevedere le conseguenze sensoriali di tutto quello che facciamo. Ecco perché non diamo grande importanza alle percezioni sensoriali rimandate dal nostro stesso tocco: in qualche modo ne conosciamo già l'effetto.
Questa teoria è confermata da un'altra osservazione dei ricercatori: nelle persone coinvolte nell'esperimento, l'abilità nel distinguere tra segnali tattili diversi dal tocco della mano era attenuata, quando i volontari si sfioravano il braccio da soli. Al contrario, quando il loro braccio veniva toccato da altri, la sensibilità a tutti gli stimoli (e non solo al tocco degli sperimentatori) risultava aumentata.