Alcuni ricercatori hanno scoperto come e dove avviene il grande inganno delle illusioni ottiche...
Due stelle cadenti oppure punti e linee che compaiono in rapida sequenza? È la cosidetta illusione della linea in movimento. Basta mettere un dito su uno dei punti per smascherarla. |
Le illusioni ottiche ingannano il nostro cervello: ci fanno vedere linee ferme che si muovono, cerchi immobili che girano o conigli che si trasformano in anatre. Focus.it vi ha dedicato un Focus file con una galleria di illusioni da smascherare. In particolare i ricercatori stanno cercando di comprendere in che modo il nostro cervello ci inganna, facendoci vedere il movimento anche dove non c'è.
Stella cadente che non cade. Prendiamo l'illusione della linea in movimento. Nell'immagine a sinistra, vediamo una sorta di stella cadente: il nostro cervello percepisce infatti la comparsa di un punto luminoso e di una linea che sembra disegnarsi a partire da quel punto, dall'alto al basso. In realtà si tratta di un punto e di una linea che compaiono separatamente, uno dopo l'altro: basta coprire con un foglio di carta uno dei due punti per smascherare l'illusione.
Come e perché il cervello è ingannato dalla realtà? Amiram Grinvald e il suo team del dipartimento di Neurobiologia del Weizmann Institute of Science hanno sottoposto 15 gatti a questa illusione e hanno osservato come l'iniziale apparizione del punto generi attività neuronale di basso livello, senza che siano coinvolti cioè processi mentali complessi. Quando compare la linea, l'attività neuronale arriva a una soglia limite in cui i neuroni si eccitano e danno vita all'illusione. Osservando l'attività della corteccia dei gatti, Grinvald ha scoperto che il responsabile dell'illusione è proprio il sistema sensoriale primario, vale a dire coni e bastoncini, i fotorecettori della retina che convertono gli input di luce in impulsi nervosi. Niente elaborazioni successive: l'illusione compare prima che noi prestiamo attenzione e ragionamento su di essa.
Finora le teorie psicologiche che avevano cercato di comprendere il processo di formazione dell'illusione non avevano fornito dati così precisi sull'attività neurofisiologica sottostante.
(Notizia aggiornata al 24 marzo 2004)