Utilizzata per la prima volta la risonanza magnetica per studiare i problemi di ritardo nel linguaggio. I bambini caratterizzati da una dialettica carente tendono ad ascoltare con la parte destra del cervello piuttosto che con quella sinistra.
Una risonanza magnetica computerizzata di un cervello sano. |
La ricerca, effettuata su 17 bambini con problemi di linguaggio e 35 bambini sani con una media di 4 anni e mezzo, si è basata sul paragone tra i meccanismi d'attivazione cerebrale dei due gruppi.
Come non ascoltare la mamma. Per studiare la reazione del cervello al linguaggio passivo, ai bambini è stato chiesto di ascoltare audiocassette con le voci delle loro madri.
I risultati hanno dimostrato che i volontari con gravi problemi di ritardo nel linguaggio hanno livelli più alti di attività cerebrale nell'emisfero destro (la parte predisposta di norma alle funzioni visivo-spaziali), mentre i bambini con un funzionamento della parola normale utilizzano l'emisfero sinistro, predisposto proprio alle funzioni verbali. In più, è stato registrato che i primi hanno una attivazione del cervello minore rispetto al gruppo di controllo e che, dunque, sono meno recettivi al linguaggio.
Pronto intervento. Di solito i bambini pronunciano le loro prime parole a circa 1 anno di età, e a 2anni e mezzo o 3 formulano le prime frasi semplici. Secondo i ricercatori, se un bambino di 1 anno non ha ancora emesso suoni verbali oppure se le sue parole sono estremamente poco chiare, è meglio che i genitori consultino uno specialista.
Secondo i ricercatori che hanno effettuato la ricerca, in presenza di ritardo nel linguaggio è meglio intervenire prima possibile. La risonanza magnetica sembra essere un buon metodo per diagnosticare le difficoltà di questo genere, sebbene il ritardo nel linguaggio può essere provocato anche da altri fattori, tra cui problemi emotivi e comportamentali, complicazioni di nascita, spaccature su labbra e palato, perdita dell'udito e altro.
(Notizia aggiornata al 12 dicembre 2003)