Brutte nuove: prima o poi arrivano, e allora è meglio che lo facciano quando siamo già "sulle spine". In base a uno studio appena pubblicato sul Journal of Neuroscience, la percezione di un rischio incombente dissolve la tendenza tipicamente umana di accogliere più facilmente le notizie positive e respingere involontariamente quelle negative - una spinta innata all'ottimismo che, se da un lato ci ha fatti sopravvivere a millenni di sfortune, dall'altro è responsabile di molti errori di giudizio.
Benvenuto... anzi, no. Gli psicologi Neil Garrett, dell'Università di Princeton (USA) e Tali Sharot, dell'University College London (Regno Unito) hanno creato stress nei partecipanti di un esperimento di laboratorio dicendo loro che al termine del test avrebbero dovuto tenere una presentazione su un tema a sorpresa, sul quale non si erano preparati, e che questo discorso sarebbe stato filmato e giudicato da una giuria di esperti.
Come se non bastasse, i malcapitati sono stati sottoposti a sei complessi problemi di matematica da risolvere in 30 secondi. La promessa di stimoli stressanti e il compito ansiogeno da eseguire seduta stante hanno garantito uno stato di arousal - attivazione fisiologica - continuo, per tutta la durata dell'esperimento. Un secondo gruppo ha ricevuto come consegna problemi matematici elementari e risolvibili, nonché il compito di scrivere una breve riflessione che nessuno avrebbe valutato.
Quante volte può succedere? A questo punto, tutti i partecipanti hanno dovuto stimare la probabilità del verificarsi, nel corso della vita, di 40 situazioni avverse, da un incidente d'auto a una frode. La valutazione doveva avvenire "di getto", in 5 secondi al massimo. Poi, gli scienziati hanno dato ai volontari una buona notizia (l'evento si verifica meno spesso di quanto pensi) o una cattiva notizia (l'evento si verifica più spesso di quanto pensi), al termine delle quali è stato chiesto di ripetere le valutazioni (sempre d'impulso e velocemente).
Chi si trovava nel gruppo messo meno sotto stress ha dimostrato la tipica asimmetria di integrazione delle notizie, accogliendo, come da copione, più volentieri quella positiva e praticamente ignorando quella negativa. Chi invece era capitato nel gruppo messo sotto torchio per l'imminente (e fantomatica) presentazione, e quindi era in una situazione di ansia pregressa, ha mostrato una maggiore capacità di prendere le cose con obiettività e integrare la cattiva notizia nelle proprie conoscenze. La velocità di stimoli e risposte ha permesso di escludere che si trattasse di una questione di memoria o di attenzione dedicata.
Sereno variabile. Un simile esperimento è stato condotto, dallo stesso gruppo di scienziati, su diversi team di vigili del fuoco in servizio: in questo caso, le situazioni di stress erano reali e impreviste e non orchestrate a tavolino dai ricercatori.
Per gli autori dello studio, i risultati indicano che i livelli di ottimismo umani sono modulabili in risposta alla situazione più o meno sicura in cui ci si trova. Un perfetto meccanismo adattivo che ci permette, da un lato, di vivere in una condizione di benessere, dall'altro, di rispondere con cautela e prontezza alle situazioni di pericolo.