Odore di rosa o di spazzatura? Come fa il nostro cervello a distinguere il profumo dalla puzza... Un nuovo studio per spiegare come facciamo in pochi secondi a capire se un odore ci piace oppure no.
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Secondo alcuni esperimenti l'esperienza olfattiva durante i prima anni di vita è fondamentale, perché il cervello sia in grado da adulti di codificare correttamente gli odori, così come avviene anche per i sapori. |
L'autobus è pieno nell'ora di punta e uno strano misto di odori si sparge nell'aria. Pochi secondi e tutto è chiaro e distinguibile: deodorante mischiato a sudore insieme a un'inconfondibile odore di chiuso. È bastato un attimo per essere in grado di identificare gli odori sgradevoli separandoli da quelli piacevoli. Ma come fa il cervello a riconoscere in un "batter d'occhio" le informazioni provenienti dal naso? Alcuni ricercatori della Columbia University (USA) hanno trovato alcune importanti risposte.
Neuroni specializzati. Quello che noi percepiamo come odore è il prodotto di una combinazione di tanti differenti tipi di molecole odorose. Ognuna di queste viene raccolta da un neurone specializzato che invia un segnale al cervello, auna particolare zona chiamata bulbo olfattivo, costituita da tanti glomeruli. È in questo momento che il nostro cervello è in grado di "interpretare" ciò che il naso ha sentito.
Cosa succede nel cervello. Questa parte del cervello si sviluppa nei mammiferi fin dai primi anni di vita. Secondo alcuni esperimenti condotti su un gruppo di topi da Dong-Jing Zou, al momento della nascita i neuroni sono mischiati all'interno dei glomeruli. Nei primi anni di vita i neuroni si suddividono e si raggruppano per tipo di odore ciascun gruppo nel suo glomerulo. In questo modo il cervello verrebbe facilitato nel riconoscere gli odori.
Un altro esperimento si è inceve concetrata sul meccanismo di trasmissione delle informazioni olfattive. Le proteine presenti nelle cellule olfattorie del naso che aiutano a riconoscere un certa molecola odorosa, sono attive anche nel cervello e guidano i neuroni verso il loro corretto glomerulo.
L'olfatto sviluppatosi probabilmente per tenerci lontano dal cibo deteriorato e dai luoghi contaminati è capace di rendere alcune nostre sensazioni molto realistiche, e un'esperienza positiva legata all'olfatto può avere un'incredibile efficacia sull'umore come dimostrano alcuni esperimenti fatti sui mezzi pubblici. Un espediente che presto potrebbe essere sfruttato anche in pubblicità.
(Notizia aggiornata al 4 giugno 2004)