Come ogni terzo lunedì di gennaio, la notizia ha iniziato a serpeggiare già da qualche ora su web e radio: oggi 21 gennaio sarebbe, statisticamente, il giorno più deprimente dell'anno. La fine delle tanto attese vacanze invernali, il rientro al lavoro, la prospettiva di non andare in ferie ancora a lungo, il fallimento dei propositi per l'anno nuovo e il fatto che sia, comunque, un lunedì d'inverno farebbero della giornata di oggi la tristezza per antonomasia: è il Blue Monday, cercate di sopravvivervi.
Ma davvero ci sono ragioni matematiche per definire il terzo lunedì di gennaio, la peggiore data in calendario? E, seriamente, chi può dire di essere rientrato al lavoro soltanto oggi? Come spesso accade, anche in questo caso c'è puzza di "bufala".
L'origine. Il concetto di Blue Monday nacque il 24 gennaio 2005. Quel giorno un comunicato stampa divulgò al mondo una presunta formula matematica che, prendendo in considerazione fattori come meteo, tasse e bollette da pagare, buone intenzioni già fallite, ore di luce disponibili e distanza dalle prossime vacanze, etichettava il terzo lunedì del mese come un giorno triste e nefasto, sotto più punti di vista.
Il dietro le quinte. In realtà la formula era un tentativo non dichiarato - e scientificamente poco limpido - di aiutare un'agenzia di pubbliche relazioni pagata da una compagnia di viaggi (la Sky Travel), a capire quale fosse il giorno dell'anno in cui è più probabile che si prenoti una vacanza.
Arnall, all'epoca tutor part-time in una scuola serale, aveva arrotondato i suoi guadagni ideando una formula fumosa volta a incrementare le vendite di viaggi negli angoli più assolati e felici della Terra. Negli anni seguenti, fu anche pagato da un'azienda di gelati, la Wall's Ice Cream, per trovare il giorno più felice dell'anno.
Carte scoperte. La poca scientificità della formula, e il suo coinvolgimento con le compagnie di PR, furono svelati nel 2006 da altri scienziati che avevano ricevuto lo stesso tipo di proposta economica.
In seguito la storia del Blue Monday ha continuato ad avere successo, complice la diffusione sui social: diverse aziende interessate a vendere prodotti in questo periodo dell'anno - come compagnie legali o marchi di alcolici - hanno ripreso questa leggenda declinandola in modo diverso. La bufala della formula matematica ha lasciato per esempio il posto a presunte analisi sul numero di tweet dai toni depressi postati il terzo lunedì del mese.
Responsabilità. Ma chi si occupa di depressione in senso clinico ricorda che associarla a cause esterne come il bisogno di vacanze o di svago è pericoloso: il rischio è far passare il messaggio che basti prenotare un viaggio o farsi una bevuta per trattare una condizione cronica e profonda.