Psicologia

Quanto dura la nostra attenzione online?

Più o meno una settimana, come dimostra uno studio sugli incidenti aerei. Ma il fatto curioso è che i disastri più gravi non suscitano un interesse più prolungato di quelli di minore entità.

La facilità con la quale navighiamo su Internet ha cambiato il modo in cui ci informiamo. Ma anche di fronte a questa mole potenzialmente infinita di dati, la memoria umana ha le gambe corte: l'interesse che dimostriamo per le notizie online dura circa una settimana, indipendentemente dall'entità del fatto.

Lo sostiene uno studio dell'università di Oxford, che ha indagato la durata dello span di memoria umana usando il più classico esempio di notizia drammatica: l'incidente aereo.

Picco e decrescita. Taha Yasseri, sociologo computazionale, è partito con lo studio del comportamento degli utenti online dopo il disastro del volo Germanwings 9525, schiantatosi contro le Alpi francesi per volontà suicida del pilota. Analizzando il numero di pagine viste della voce di Wikipedia riferita al disastro, si è accorto che l'interesse comune per la vicenda aveva subito un picco a pochi giorni dall'accaduto, per poi decadere una settimana più tardi.

Indagine a tutto campo. Ha quindi sviluppato un algoritmo capace di estrarre dati simili per tutti i più recenti incidenti aerei, nelle voci di Wikipedia delle due lingue più diffuse: inglese e spagnolo. Per ogni pagina ha analizzato la data di creazione e quelle di editing, il numero di visualizzazioni e i momenti nei quali era stata letta.

La questione geografica. Si è così accorto che per i disastri con meno di 50 vittime, Wikipedia non riceve molto traffico. Per quelli superiori, l'attenzione è alta, ma con alcuni distinguo. Chi consulta Wikipedia in inglese è interessato agli incidenti che riguardano Europa e Nord America; chi legge quella in spagnolo, vuole informarsi sugli eventi che riguardano l'America Latina.

Le pagine viste in entrambe le lingue per i disastri rispettivamente di Nord America e America Latina erano comunque 50 volte maggiori rispetto a quelle consultate per gli incidenti avvenuti in Africa.

Il calo? Uguale per tutti. Soprattutto, il numero di pagine viste si è dimezzato dai 3 ai 10 giorni successivi ai disastri aerei, indipendentemente dal numero di vittime coinvolte. Se il calo dell'attenzione è fisiologico - riusciamo a interessarci solo a un numero limitato di notizie per volta - il secondo elemento, quello della gravità che non sembra avere influenza, ha sorpreso il ricercatore. Gli incidenti più gravi non destano attenzione più a lungo.

Menefreghismo o necessità? Se la scoperta la dice lunga sull'impatto che ormai hanno certe notizie drammatiche sulla nostra vita, non è detto però che questo comportamento sia per forza negativo: la capacità di andare avanti e superare i momenti difficili potrebbe essere in qualche modo necessaria, suggeriscono gli scienziati.

12 ottobre 2016 Elisabetta Intini
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