La paura è un meccanismo di difesa indispensabile, ma, passato il pericolo, chi non vorrebbe cancellarne subito il ricordo? E questo è particolarmente vero per quelle persone che soffrono di condizioni patologiche come il disturbo post-traumatico da stress o altre fobie, nelle quali l'elemento centrale è proprio una paura intensa, incontrollabile, non commisurata alla situazione esterna e che, addirittura, persiste nel tempo anche in assenza di eventi scatenanti. Il grande numero di trattamenti possibili, da quelli farmacologici alla stimolazione magnetica del cervello, dimostra unicamente che questo grave disordine emotivo è ancora lontano dall'essere compreso a fondo.
Molecole per dimenticare. Un recente studio condotto in cooperazione da ricercatori del Mit (Massachusetts Institute of Technology), dell'European Neuroscience Institute (Germania) e dalla Northwestern University (Illinois, Usa) fa però fare alla ricerca un passo in avanti. Nel normale meccanismo di estinzione del ricordo della paura sarebbe coinvolta una via molecolare nell'ippocampo (struttura cerebrale indispensabile alla fissazione della memoria), attraverso l'attività di due differenti molecole, la "cdk5" (cyclin-dependent kinase 5) e la "pak-1" (p21-activated kinase-1). Niente di conclusivo, ancora, ma la ricerca apre la strada all'identificazione di sostanze mirate, capaci di controllare gli stati di paura patologica.