Negli ultimi due anni non sono mancate le fonti di preoccupazione: tra covid, guerra, inflazione, crisi energetica e cambiamenti climatici, i motivi per essere impensieriti non mancano di certo. Ma cos'è che ci angustia di più? L'IPSOS, una società multinazionale di ricerche di mercato e consulenza, lo ha chiesto mensilmente per due anni a quasi 20.000 cittadini di 29 Paesi del mondo tra i 16 e i 74 anni di età: dall'indagine è emerso che se alcune preoccupazioni si sono mantenute "costanti", altre sono schizzate in testa o in coda alla nostra scala delle priorità. Vediamo quali.
Dalla covid all'inflazione. A settembre 2020, dopo un'estate di ritrovata (momentanea) normalità, i casi ricominciavano a salire e si parlava di possibili nuovi lockdown invernali: in questo clima, memori della primavera passata, per quasi la metà dei rispondenti al sondaggio era la covid il pensiero principale. Oggi, però, la crisi sanitaria è passata decisamente in secondo piano: a settembre 2022 solo una persona su 10 mette la covid in cima alle proprie preoccupazioni.
Ora è l'aumento del costo della vita a essere al centro dei nostri timori: l'inflazione è passata dall'essere una seria preoccupazione nell'8% dei casi all'esserlo per quattro partecipanti su 10.
Il denaro vale sempre meno. I più preoccupati sono i cittadini di Polonia e Argentina, ma è importante notare che per questi due Paesi l'inflazione è da sempre una delle principali fonti di ansia, e che già nel 2020 la metà di polacchi e argentini la mettevano in cima alla lista delle preoccupazioni.
Diversa la questione nel continente europeo, dove l'inflazione è balzata rapidamente in testa alle preoccupazioni, scansando la covid: nel 2020 solo il 9% degli italiani era impensierito dall'aumento dei prezzi, mentre ora la percentuale è salita al 35%. La stessa tendenza è stata registrata in Gran Bretagna, passata dal 19% al 56%, in Spagna (dal 9% al 39%), in Francia (dal 13% al 39%) e persino in Germania (dal 19% al 49%).
Malcontento generale. L'indagine IPSOS rileva anche un generale malcontento dei cittadini nei confronti della gestione di queste problematiche da parte dei propri governi: secondo due terzi dei partecipanti il proprio Paese non sta andando nella giusta direzione, e solo gli abitanti di Arabia Saudita e Indonesia sembrano essere pienamente soddisfatti del luogo in cui vivono, con rispettivamente un 95% e un 81% di risposte positive. I più critici sono stati i peruviani e gli argentini, con appena un 10% di risposte positive, mentre otto italiani su 10 credono che l'Italia non stia andando nella giusta direzione.