A ingannarci è una convinzione: crediamo di poter smettere di mangiare quando il nostro stomaco è colmo. In realtà molto spesso superiamo il limite, per accorgercene soltanto a pasto concluso (o quando saliamo sulla bilancia). Che cosa ci spinge ad esagerare? Ecco una lista di almeno cinque fattori.
1) Le porzioni. Mangiare con gli occhi non è un modo di dire: l'aspetto visivo dei piatti influenza il nostro senso di sazietà. Si sa per esempio che i piatti molto grandi sono nemici della dieta, perché sembrano mezzi vuoti e incoraggiano il "bis"; alcuni esperimenti su porzioni e appetito hanno anche dimostrato che un piatto riempito di nascosto con una cannuccia invisibile porta al 73% di consumo di zuppa in più, senza che il commensale se ne accorga: in pratica buttiamo giù tutto quello che abbiamo davanti o quasi, prestando poca attenzione alle dosi.
2) La varietà. In genere dopo aver mangiato una certa porzione di un determinato alimento tendiamo a stufarci di quel sapore, in quella che gli esperti definiscono sazietà sensoriale specifica. Quando però sulla tavola troviamo una vasta scelta di portate, l'effetto si affievolisce e il palato è continuamente stuzzicato.
Studi scientifici dimostrano che avere a disposizione alimenti molto diversi porta a ingerire quattro volte la quantità di cibo che mangeremmo altrimenti. Ecco perché in pochi si contengono davanti a un buffet.
3) Le distrazioni. Talvolta pranziamo o ceniamo davanti alla TV, cercando la nostra serie preferita, controllando Instagram o Facebook, oppure lavorando. Queste attività interferiscono con i meccanismi che di norma ci permettono di apprezzare il cibo - prima - e di percepire il senso di sazietà, poi. Tendiamo a consumare più cibo e non solo durante il pasto: l'elemento di disturbo ci fa perdere la consapevolezza di quanto abbiamo mangiato per diverse ore: finiamo così per esagerare anche nei pasti successivi.
4) L'alcol. Oltre a ridurre l'autocontrollo e aumentare l'impulsività, l'alcol può rendere alcuni alimenti più appetitosi e diminuire il controllo dell'interocezione: questa è la percezione dei segnali interni del proprio corpo, come il ritmo di cuore e respiro, il senso di fame e sazietà, la peristalsi intestinale e altri parametri. Le persone in cui questa capacità di "ascolto" dell'organismo è più sviluppata tendono ad avere un peso corporeo più sano.
5) La compagnia. L'esperienza di un pasto condiviso è come sappiamo un forte collante sociale: mangiare in compagnia, soprattutto con persone che conosciamo bene, tende a farci abbuffare di più, perché le scelte di consumo dei commensali influiscono sulle nostre (e migliorano persino il sapore del cibo che stiamo per consumare).
Per combattere l'eccesso di cibo senza rinunciare agli elementi piacevoli della tavola (come il punto 5 o, con moderazione, il 4) si potrebbe iniziare a focalizzarci sul pasto, evitando distrazioni, e a servirlo in piatti più piccoli, così da fare porzioni più moderate.