Emozione deriva dal latino Emòtus, participio passato di emovère, che vuol dire trasportare fuori, smuovere, scuotere. Ma cosa ha finito per significare nella nostra cultura e nel nostro tempo questa parola?
1. Che cos'è? L'emozione è in genere definita come una risposta a uno stimolo che produce cambiamenti fisiologici (aumento della frequenza cardiaca, aumento della temperatura corporea, l'attività di alcune ghiandole, cambiamenti sulla frequenza del respiro), che motivano una persona ad agire. In poche parole, le emozioni sono per la mente, l'equivalente di ciò che le sensazioni fisiche sono per il corpo.
2. Emozione o sentimento? La maggior parte dei neuroscienziati distinguono tra la parola "emozione" e "sentimento."
Usano "emozione" per descrivere la risposta del cervello a determinati stimoli, e "sentimento" per descrivere la nostra impressione consapevole di tale risposta.
3. Faccia da… Secondo uno studio di psicologia cognitiva della Ohio State University, pubblicato da Proceedings of National Sciences, per capire quale emozione ci attraversa potrebbe essere sufficiente guardarci in faccia: per i ricercatori il volto umano può comunicare ben 21 stati stati d’animo. Altri ricercatori in precedenza si erano fermati a 6: felicità, sorpresa, paura, rabbia, disgusto e tristezza.
4. Ma come facciamo a riconoscere uno stato d'animo da un volto? Un altro studio condotto da scienziati dell'Università di Pittsburgh (USA) e della British Columbia (Canada) dimostrerebbe che sono il movimento di labbra, occhi e sopracciglia a darci le informazioni più accurate sugli stati d'animo e su come cambiano.
5. Emozione e/o ragione? Platone descriveva emozione e ragione come due cavalli che tirano in direzioni opposte. Tuttavia, il neurofisiologo portoghese Antonio Damasio sostiene che il ragionamento deriva dall'emozione e non è in opposizione ad essa.
6. Il "papà"delle emozioni. Molto di quello che sappiamo oggi sulle emozioni lo dobbiamo proprio ad Antonio Damasio, secondo cui possiamo distinguere tra emozioni primarie ed emozioni secondarie. Le prime, sono una risposta automatica ed istintiva agli stimoli esterni. Le emozioni secondarie invece nascono "una volta che abbiamo cominciato a provare sentimenti e a formare connessioni sistematiche tra categorie di oggetti e situazioni da un lato, ed emozioni primarie, dall’altro".
7. Sorrisi. Di tutte le espressioni del viso, il sorriso può essere la più ingannevole. Ci sono circa 18 diversi sorrisi, tra cui educato, crudele, falso, schivo, e così via. Ma solo uno riflette autentica felicità; questo è noto come il sorriso di Duchenne, in onore del neurologo francese che ha scoperto questo fenomeno, Guillaume-Benjamin-Amand Duchenne.
8. Vestiti. Uno studio su 100 donne, condotto nel 2012 da Karen Pine, psicologa presso l'Università di Hertfordshire (UK), suggerisce una forte correlazione tra l'indossare alcuni vestiti e gli stati emotivi.
Secondo gli autori, le donne che sono depresse o tristi hanno più probabilità di indossare top larghi, felpe, o jeans.
Le donne che avevano più emozioni positive erano più propense a indossare il loro vestito preferito o gioielli. Pine è convinta che per migliorare l'umore «dovremmo dare più importanza a ciò che indossiamo e vestirci come se fossimo felici, a prescindere da come ci sentiamo».
9. Emozioni social. Le emozioni sono contagiose... anche su Facebook. Lo rivela uno studio pubblicato su Plos One, dove si legge che i post positivi incoraggiano altri post positivi, quelli negativi, altri post negativi. Ma i primi sono più influenti. «I nostri dati dimostrano che le espressioni emotive si diffondono online, e che quelle positive si propagano più velocemente di quelle negative» ha spiegato James Fowler, autore della ricerca.
10. Le emozioni posso avere effetto sull'economia? Sì secondo alcuni ricercatori della Carnegie Mellon University, che dopo aver messo alla prova 200 volontari, sono arrivati alla conclusione che la tristezza innesca in noi il desiderio di cambiare lo stato delle cose, inducendoci ad acquistare nuovi beni di consumo o vendendo quelli che possiede. Il disgusto tende invece a spingerci a liberarci delle cose che possediamo (a prezzo sottostimato) e a non acquistarne di nuove.
11. L'ora della felicità. Usando il sito WeFeelFine.org, alcuni ricercatori della Stanford University hanno analizzato circa 13 milioni di emozioni che sono state registrate sul Web dal 2005. I ricercatori hanno scoperto che gli anziani sono di solito più felici, ma per ragioni diverse. I giovani sono felici quando sono eccitati, le persone anziane sono più felici quando sono in pace. Inoltre, le donne tendono a sentirsi più amate degli uomini, ma anche a sentire più il senso di colpa. Gli uomini spesso si sentono più felici, ma più soli.
Il momento più felice della giornata? Secondo i ricercatori è l'ora di pranzo.