di Luca Busani
In tanti, dopo la morte di Steve Jobs, hanno avanzato più di qualche ragionevole dubbio sul talento imprenditoriale del suo erede Tim Cook. Ciò nonostante, in meno di un anno, è riuscito a diventare il dirigente più amato del mondo.
"Cook ha mostrato un volto più umano, visitando perfino gli stabilimenti Foxconn"
Cook meglio di Jobs - Secondo il sito Glassdoor, che ha intervistato un campione anonimo di dipendenti di tutte le più importanti aziende del pianeta, Tim Cook nel 2012 è riuscito a guadagnare due punti percentuali rispetto al già ottimo consenso registrato l’anno precedente da Steve Jobs. Il buon Tim ha toccato quota 97% - un valore davvero prossimo alla perfezione - contro il 95% raggiunto dai suoi colleghi più agguerriti di Ernst & Young e Qualcomm. In discesa, invece, Larry Page di Google che ha perso lo corona vinta nel 2011 dal suo predecessore Eric Schmidt.
Un CEO più umano - Anche Steve Jobs, nonostante le sue indiscusse capacità manageriali, non riuscì mai ad andare oltre il 95%. Un risultato che testimonia la qualità dell’operato di Cook, almeno agli occhi dei suoi dipendenti. Il nuovo CEO di Apple, d'altra parte, ha già dimostrato in più occasioni di essere più “umano” - se così si può dire - di chi l’ha preceduto decidendo, per esempio, di visitare di persona i discussi stabilimenti Foxconn in Cina.
Il viaggio in Cina - C’è chi dice che Cook sia andato in Asia non tanto per verificare le condizioni di lavoro di chi assembla i suoi gioielli hi-tech, quanto piuttosto per incontrarsi faccia a faccia con i dirigenti della Proview, l’azienda taiwanese che ha intentato causa contro Apple, perché sostiene diaver registrato per prima il marchio iPad. Forse si tratta solo di insinuazioni dettate dall’invidia, anche se tornano alla memoria le parole di un noto politico italiano: “a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”.
È bello lavorare in Apple - Comunque sia, Tim Cook non è soltanto il CEO più amato al mondo, ma anche quello più benvoluto nel settore hi-tech, precedendo i soliti colleghi di Qualcomm e Google, e surclassando Steve Ballmer di Microsoft, che non è neppure riuscito a classificarsi nella “top ten”. Chi lavora in Apple, evidentemente, è soddisfatto del trattamento che riceve e, a riprova di questo, l’azienda californiana è stata inserita nella lista dei 10 migliori ambienti lavorativi, stilata dallo stesso Glassdoor.
Premiarsi fa bene - Queste statistiche riguardano solo la sede centrale di Cupertino e non gli Apple Store, né tantomeno le sussidiarie come la sopraccitata Foxconn, dove l’aria che si respira è sicuramente più pesante.
Consensi a parte, è indubbio che Tim Cook sappia davvero il fatto suo: zitto zitto, mentre tutti parlavano del nuovo iPad e le azioni Apple schizzavano alle stelle, prima della fine di marzo ha deciso di vendere un “piccolo” pacchetto azionario, che gli ha fruttato oltre 11 milioni di dollari. Lui non può certo ritenersi insoddisfatto di lavorare per Apple. (sp)