Economia

Sinofsky se ne va e Microsoft perde in borsa

Grandi cambiamenti in vista.

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Squadra che vince non si cambia? La regola non sembra valere in casa Microsoft, dove Steven Sinofsky, storico presidente della divisione Windows, ha presentato le sue dimissioni. E intanto in borsa sono crollate le azioni del gigante di Redmond.

"È stato sostituito da Julie Larson-Green ma le borse non hanno gradito l’avvicendamento"
Microsoft sotto i riflettori - Microsoft è stata la protagonista assoluta delle ultime settimane, con Windows 8, Surface, Windows Phone 8, Xbox Surface, SmartGlass, Office per dispositivi mobili e tanto altro ancora. L’azienda sembra godere di ottima salute e le premesse per diventare un caposaldo dell’era post-PC ci sono tutte, eppure tra i dirigenti c’è chi ritiene che la sua esperienza a Redmond sia ormai giunta al capolinea e ha deciso d’interrompere il suo pluriennale rapporto con Microsoft.

Il passato di Sinofsky - Stiamo parlando di Steven Sinofsky, un uomo che ha fatto la storia a Redmond. Arrivato come semplice assistente tecnico di Bill Gates nel lontano 1989, si è subito ritagliato uno spazio importante nell’azienda e nel 1994 è stato promosso a capo della divisione responsabile dello sviluppo di Office 95. Da qui in avanti, ha sempre messo lo zampino in tutte le release della nota suite di programmi fino al 2006, anno in cui è passato alla divisione Windows.

Chiudere in bellezza - Il suo passaggio è coinciso con l’inizio dello sviluppo di Windows 7: sappiamo tutti che, dopo il mezzo passo falso di Vista, questo nuovo sistema operativo ha rappresentato per Microsoft una sorta di rinascita e, comunque, una bella boccata d’ossigeno per le sue finanze. Così, nel 2009 Sinofsky è stato nominato presidente della sua divisione. Un curriculum impressionante, ma evidentemente Steven ha preferito chiudere in bellezza la sua esperienza e ora è alla ricerca di un’opportunità che gli offra nuovi stimoli per continuare a lavorare a Redmond.

Sinofsky nel bene e nel male - Certo, i risultati che quest’uomo ha ottenuto parlano da sé, così come le centinaia di collaboratori che hanno apprezzato da sempre il suo pragmatismo e la sua ossessione - in senso positivo - di voler sistemare anche il più piccolo problema. Per contro, non mancano i suoi detrattori perfino in Microsoft: non sono pochi i dipendenti che sostengono di aver lasciato l’azienda per colpa della sua gestione quasi dittatoriale dell’ambiente lavorativo.

La borsa non l’ha presa bene - Come ogni leader carismatico che si rispetti, c’è chi lo ama e chi invece lo odia: evidentemente, il mercato azionario mondiale appartiene alla prima categoria, visto che dopo le sue dimissioni il titolo Microsoft ha registrato in un solo giorno una flessione di ben quattro punti percentuali e, per questo motivo, sono andati letteralmente in fumo 10 miliardi di dollari.

Ma il futuro dell’azienda è davvero così grigio - per non dire nero - dopo l’inevitabile avvicendamento al vertice?

Gli subentra Julie Larson-Green - Al posto del buon vecchio Steven, è stata nominata Julie Larson-Green, che già da diversi anni rivestiva un ruolo di spicco all’interno della divisione Windows. La dirigente, dal 2010, era stata incaricata di seguire la pianificazione dei nuovi sistemi operativi, dopo una lunga esperienza - guarda caso - nel glorioso team Office. Di fatto, la donna ha lavorato per lungo tempo gomito a gomito con il suo predecessore e adesso le spetta l’arduo compito di trasferire la meticolosa organizzazione introdotta da Sinofsky negli altri gruppi di lavoro Microsoft.

Apple docet - Steve Ballmer in persona l’ha, infatti, incaricata di guidare tanto lo sviluppo software quanto quello hardware dei futuri prodotti legati al sistema operativo Windows. Sarà proprio dal successo di questo binomio che dipenderà il futuro dell’intera azienda, come ha già dimostrato in passato Apple con i suoi iDevice. A proposito del colosso di Cupertino, è curioso che, a distanza di pochi giorni dal licenziamento di Scott “iOS” Forstall, Microsoft abbia riservato un analogo trattamento per Sinofsky: va bene prendere spunto, ma attenzione a non esagerare. (sp)

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14 novembre 2012
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