Certo che si può. Non esiste alcuna norma che imponga a bar e ristoranti di servire esclusivamente acqua in bottiglia ed è quindi del tutto lecito ordinare acqua del rubinetto, come si fa all’estero con la “tap water”. Il vantaggio è duplice: si contribuisce ad abbattere lo spreco di plastica e l’inquinamento prodotto dal trasporto delle bottiglie, e inoltre l’acqua “del sindaco” – che qualitativamente è spesso ottima e molto controllata – permette di risparmiare.
Oste-ggiata. Capita però che alcuni esercenti tentino di dissuadere il cliente. Tra le scuse più usate: «Non ce l’abbiamo» (impossibile! Ogni ristorante e bar deve per legge avere acqua potabile) oppure «Non la serviamo, abbassa il tono del locale». In realtà viene fatto per scongiurare un mancato guadagno (l’acqua del rubinetto in genere è compresa nel “coperto”), ma il locale ha anche il diritto di chiederne il pagamento a parte.
Di fronte a un rifiuto, tuttavia, non si può fare molto: l’esercente non può essere sanzionato legalmente in alcun modo. Alla fine, quindi, è una semplice questione di cortesia.
Il sito della campagna “Imbrocchiamola”, promossa da Altreconomia e Legambiente, pubblica un elenco dei locali che accettano di buon grado di servire l’acqua del rubinetto e di quelli che, invece, oppongono resistenze.