Economia

San Francisco: una tassa sulla ricchezza e un aiuto hi-tech per gestire i senzatetto

Nel Paese delle grandi promesse si crea sempre più ricchezza per pochi, e sempre più povertà per molti: ecco l'analisi impietosa di una economista sul fenomeno dei senzatetto di San Francisco, e di come una tassa e molta tecnologia possano aiutare.

San Francisco, una delle città più prosperose e ricche di record del mondo: vi abitano 57 miliardari, appena 4 meno che a New York; all’ombra del Golden Gate, tra la Bay Area e la Silicon Valley, si sviluppa uno dei distretti industriali più ricchi del mondo, se non il più ricco: qui hanno il quartier generale Apple, Google, Facebook, AirBnb, Uber...

Al contempo, la città dei miliardari è nota per la povertà estesa e diffusa: secondo le statistiche ufficiali l’11,6% dei suoi abitanti (circa un milione di persone) vive sotto la soglia di povertà, e in città "risiedono stabilmente" circa 8.000 homeless, i senzatetto.

Un numero e una concentrazione che fanno una certa impressione anche negli Usa, dove dopo la crisi del 2009 i senzatetto sono aumentati. Ma sono soprattutto le loro condizioni a preoccupare. All'inizio del 2018, Leilani Farha, funzionario delle Nazioni Unite, ha paragonato le condizioni dei residenti senza dimora della Bay Area con quelli dei paesi del terzo mondo, aggiungendo un giudizio severo: «C'è una crudeltà qui che non penso di aver mai visto altrove», ha affermato parlando del contrasto con la notevole ricchezza della regione.

Nell'ottobre del 2018 il New York Times ha pubblicato un reportage dal titolo inequivocabile, Life on the Dirtiest Block in San Francisco (vita nell'isolato più sporco di San Francisco), raccontando come alcuni quartieri del centro stiano diventando invivibili. E in molti si chiedono come mai una città così ricca (anche di creatività) non abbia risolto il problema. E, soprattutto, come mai ci sono tanti homeless?

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Sulle strade di San Francisco. © Roman Bodnarchuk / Shutterstock

Tasse e tecnologia. Alcune risposte alla prima domanda potrebbero arrivare presto proprio dal mondo dell’hi-tech californiano. Alle elezioni di medio termine, il 6 novembre scorso, gli abitanti di San Francisco, oltre a scegliere i rappresentanti al congresso, sono stati chiamati a votare per un referendum, la Proposition C, che chiedeva loro se fossero d’accordo di imporre una tassa alle imprese con fatturato sopra i 50 milioni di dollari in modo da finanziare i servizi per i senzatetto.

I favorevoli hanno vinto con il 60%, e questo, secondo l’economista Ted Egan, farà sì che nelle casse del comune entreranno tra i 250 e i 300 milioni di dollari all'anno, con un aumento del 78% del bilancio per i senzatetto della città (anche se alcune aziende potrebbero trasferire la sede altrove per non pagare quello che in molti hanno chiamato balzello). Da progetto, i maggiori introiti serviranno per la costruzione di rifugi e alloggi di supporto.


Non è tutto. Da qualche mese in città si sta sperimentando un nuovo sistema hi-tech di censimento degli homeless, per tracciare la storia sanitaria, di alloggio e la fedina penale di ogni senzatetto della città. Noto come ONE System, aggrega questi dati in un'unica piattaforma quando gli homeless si registrano nei centri di accoglienza della città. A testarlo ci hanno pensato, tra gli altri, alcuni consulenti volontari di Google e di altre aziende tecnologiche. Sebbene non sia ancora pienamente operativo, l'intero sistema - costituito dal software e dall'insieme delle strutture disponibili - permette già di ridurre in modo sensibile i tempi di attesa per l'assegnazione di un alloggio per chi si rivolge alle istituzioni.

Grande Paese, grandi contraddizioni. Perché a San Francisco ci sono così tanti homeless? L’urbanista Molly Turner, dell’università di Berkeley (California), in un articolo su Spur, ha impietosamente elencato i principali motivi:


1. La scomparsa del welfare. Salvo sporadiche e temporanee inversioni di marcia, negli ultimi 40 anni il governo federale ha ridotto sempre di più i sostegni per i cittadini più poveri e vulnerabili, cancellando di fatto il welfare pubblico.
2. Meno case. A partire dagli anni '70 sono stati ridotti i finanziamenti federali per alloggi a prezzi accessibili, e in particolare dall'amministrazione Reagan, che ha tagliato il budget del Dipartimento per gli alloggi e lo sviluppo urbano degli Stati Uniti dell'80%. E San Francisco è la città con gli alloggi più cari del mondo.
3. La detenzione di massa. L’ascesa dei senzatetto negli Stati Uniti è concisa con l'aumento del numero di detenuti: le persone incarcerate negli Stati Uniti sono aumentate da circa 500.000 nel 1980 a più di 2,2 milioni nel 2015. E, più o meno come ovunque, le persone coinvolte nel sistema di giustizia criminale hanno poi maggiori difficoltà a trovare un impiego.

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A San Francisco "risiedono stabilmente" circa 8.000 senzatetto. © Shutterstock


4. L’instabilità familiare. I giovani che crescono in famiglie instabili o non sicure sono a maggior rischio di diventare senzatetto, in particolare quelli che si identificano come gay, lesbiche, bisessuali e transgender e vengono cacciati di casa: nella San Francisco del 2017 il 49% dei giovani homeless si sono identificati come LGBTQ - dove Q sta per "incerto".
5. Il razzismo strutturale. Negli Usa le famiglie bianche hanno complessivamente una ricchezza sette volte maggiore delle famiglie afroamericane. E più di una su quattro famiglie afro-americane ha un patrimonio netto pari a zero o negativo.
6. Cause individuali. Instabilità economica, perdita della rete di sicurezza familiare, malattie mentali, disabilità... «Nelle tre contee della baia di San Francisco», scrive Molly Turner, «l'instabilità economica è la causa più comune, citata dal 30% degli individui a San Francisco, dal 50% di Alameda e dal 35% di Santa Clara. In effetti, il problema dei senzatetto è principalmente un sintomo di povertà.»

Ci sono soluzioni? L'iniezione di fondi che arriverà con la Proposition C e la nuova piattaforma hi-tech di censimento potrebbero aiutare a migliorare la situazione degli homeless di San Francisco. Secondo Molly Turner, però, per quanto potenti, soldi e strumenti non risolvono situazioni così complesse e radicate. È invece necessaria una nuova consapevolezza sociale: educare le persone al problema sfatando i luoghi comuni sui senzatetto, sostenere gli homeless anche portando loro cibo e vestiti, partecipare alle assemblee cittadine per promuovere soluzioni collettive.

.. «Affrontare il problema dei senzatetto richiede prima di ogni altra cosa il coinvolgimento dell’intera comunità.»

28 novembre 2018 Eugenio Spagnuolo
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