RIM, l'azienda che produce i celebri BlackBerry, non naviga in buone acqua e, dopo i dati di vendita non esaltanti dell'anno scorso, ha deciso per un cambio ai vertici. Fuori i fondatori - Mike Lazaridis e Jim Balsillie - e dentro il nuovo CEO Thorsten Heins.
“Un nuovo capitolo nella guerra degli smartphone?”
Nuovo amministratore delegato- Thorsten Heins è diventato dunque il nuovo CEO di RIM - un cambiamento che dovrebbe portare un po’ di novità nel mondo, diventato ormai obsoleto, dei BlackBerry. Da quando il mercato degli smartphone è stato invaso dagli iPhone, e da prodotti simili dotati di touchscreen e continue innovazioni, quelli di vecchia generazione, dopo essere stati l’oggetto del desiderio di milioni di persone, sono passati di moda. Un trend che si legge a chiare lettere anche dai dati di vendita di RIM. Se fino a qualche anno fa l’azienda canadese valeva più di 70 miliardi di dollari, ora il suo valore di mercato è di appena 9 miliardi. Compito di Heins sarà quindi quello di svecchiare l’azienda e fare in modo che i Blackberry diventino di nuovo sinonimo di novità. Riuscirà nell’impresa?
Vento di cambiamento? - Gli analisti dicono che tutto dipenderà dalla capacità di Heins di stare dietro a Apple - come già, alla fine del 2010, aveva previsto Steve Jobs - e dalla volontà (e possibilità) o meno di RIM di reinventarsi non solo come produttrice di hardware, ma anche come creatrice di software. La battaglia ormai si combatte a colpi di applicazioni, e i dispositivi prodotti dall’azienda canadese utilizzano tecnologie ormai sorpassate e meno malleabili, a differenza di quelle delle case concorrenti. Sembra però che Heins abbia dichiarato di voler continuare sulla strada intrapresa dai suoi predecessori. Senza calcolare l’iPhone 5 in arrivo.
Osare per credere - Si dice che chi lascia la strada vecchia per la nuova sa quello che perde ma non sa quello che trova, ma negli affari, a volte, bisogna avere il coraggio di osare. Soprattutto quando i nemici sono dei giganti. C’è chi insinua che RIM, attraverso Heins, voglia fare le scarpe ai concorrenti in silenzio, che essere terzi o anche quarti nelle vendite non sia poi così grave e che l’azienda si sia resa conto di non poter competere contro Apple e Google nel campo degli smartphone. Certo è che, per quanto i melafonini possano essere entrati nei nostri cuori, una scomparsa dal mercato degli antenati degli smartphone sarebbe una grande perdita, anche solo dal punto di vista delle possibilità di scelta.
Non resta che sperare che il nuovo CEO sappia fare il suo lavoro - o capisca quando sarà il momento di tirarsi indietro e lasciare le redini dell’azienda nelle mani di qualcuno dotato di un maggiore entusiasmo. (sp)
Chiara Reali
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