La situazione dei lavoratori cinesi sfruttati per produrre i gioiellini Apple, e di molte altre multinazionali dell’hi-tech, è arrivata a destinazione: l’opinione pubblica è in rivolta. Oggi si sono svolte manifestazioni di protesta, non solo a Cupertino, ma in varie altre città del mondo.
“Cresce la protesta per le condizioni di lavoro dei lavoratori cinesi del settore hi-tech”
Difendiamo i cinesi! - Molti possessori di iPhone, infatti, si sono dati appuntamento questa mattina presso il quartier generale di Cupertino e i negozi della mela di Washington, New York, San Francisco, Londra, Sydney e Bangalore (in India), sventolando una petizione con 250.000 firme per richiedere l’intervento immediato a tutela dei lavoratori cinesi che subiscono continui abusi e sfruttamenti da parte delle aziende hi-tech, e in particolare Apple. La raccolta di firme è iniziata circa due mesi fa tramite Change.org e SumOfUs - siti dediti a problematiche legate alla responsabilità d’impresa - e che hanno già preso di mira, in passato, aziende del calibro di Walmart, Verizon e Google.
Mela avvelenata - Taren Stinebrickner-Kauffman, direttore esecutivo di SumOfUs, spiega così il significato della protesta in un comunicato stampa: «adoro il mio iPhone, ma come tutte queste persone non voglio essere complice dello sfruttamento dei lavoratori che realizzano il mio prodotto!». Ci va giù pesante anche la trasmissione radio “This American Life” che da almeno un mese bombarda gli ascoltatori con la questione delle aziende cinesi dell’indotto Apple che sfruttano adolescenti costretti a lavorare fino a 16 ore al giorno per la misera cifra di 70 centesimi all’ora.
Vogliamo sapere! - Come da copione, è giunta l’ennesima rassicurazione da parte di Cupertino. Tim Cook, CEO di Apple, ha riferito che l’azienda si adopererà al più presto per risolvere il problema grazie all’aiuto della FLA (Fair Labor Association), un’associazione che valuta il rispetto dei diritti del lavoratore, e che monitorerà il rispetto delle direttive per la tutela della salute dei dipendenti presso i fornitori.
…e non ci fidiamo - I sostenitori della protesta si dicono contenti della presa di coscienza di Apple ma, visti i drammatici e frequenti casi di suicidio per le condizioni insostenibili di lavoro alla Foxconn, chiedono due cose importanti: poter visionare il rapporto stilato dalla FLA per valutare la situazione senza “filtri” e la messa in pratica di nuove strategie di protezione dei lavoratori per tutti i nuovi prodotti. (sp)
Andrea Bet
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