Il World Economic Forum ha recentemente pubblicato il suo rapporto sul divario tra i sessi nei vari Paesi del mondo. Al primo posto (da 5 anni consevcutivi) c'è l'Islanda. L'Italia è 71a su 136 nazioni. Islanda, Finlandia, Norvegia, Svezia e Filippine sono le prime 5 nazioni della classifica.
L'indice valuta quattro aree chiave:
1. salute (aspettativa di vita, ecc),
2. l'accesso all'istruzione,
3. la partecipazione economica (stipendi, tipo di lavoro e di anzianità) e
4. impegno politico.
Cliccando sulla cartina è possibile vedere come i diversi Paesi sono messi nelle quattro aree. I Paesi in verde sono quelli con minore differenze tra persone di genere diverse; quelli rossi - come l'Italia - quelli in cui le differenze sono più marcate.
Cliccando sul nostro Paese si scopre che le differenze tra i sessi sono impressionanti. In particolare siamo:
1. al 72° posto nelle differenze nel campo della salute
2. al 65° posto nell'accesso all'istruzione
3. al 97° posto nell'eguaglianza economica e lavorativa
4. al 44° posto nell'impegno politico
La buona notizia è che risaliamo la china: abbiamo recuperato 9 posizioni rispetto al 2012. La cattiva è che - leggendo tra le pieghe delle statistiche si scopre che su 136 Paesi analizzati, siamo al 124° posto nella parità di stipendi tra i sessi (che è uno dei parametri che ci fa essere soltato al 97° posto nella classifica dell'eguaglianza economica). Vuol dire che per moltissime aziende lo stesso lavoro svolto da una donna o un uomo ha un valore diverso, molto diverso.
Il report completo si trova qui (in inglese). Il Global Gender Gap Report, introdotto dal World Economic Forum nel 2006, fornisce un quadro in grado di mostrare l'ampiezza e la portata della disparità di genere in tutto il mondo.
Su Focus 253, in edicola fino al 20 novembre 2013 (e in digitale per sempre), trovi invece un'inchiesta sul perché (in Italia ma anche nel mondo) le donne scienziato sono così poche (e non è una questione di mancanza di abilità e genialità).