Economia

Huawei e ZTE cacciate dal mercato degli States

La decisione del Congresso

di
Huawei e ZTE, due colossi cinesi delle telecomunicazioni, sono stati letteralmente estromessi dal mercato degli Stati Uniti per motivi di "sicurezza nazionale". Ma com'è arrivato il Congresso a questa clamorosa decisione?

"La decisione è arrivata dopo quasi un anno di indagini"

11 mesi

Huawei e ZTE sono cinesi

non sono più le “benvenute” negli USA

intelligence

Il rapporto di 60 pagine

11 mesi per la precisione

Iran in testa

Vai a quel paese! - I sospetti del Congresso USA che hanno portato all'indagine conoscitiva, nascono in particolare dagli stretti legami tra Huawei e il Partito Comunista Cinese. Un’ampia sezione del rapporto - circa la metà - è infatti proprio dedicata all'analisi delle influenze del PCC all’interno dell'azienda, accusata di non aver cooperato sufficientemente con le indagini. Stesso capo di accusa per ZTE, che non avrebbe affatto risposto alle domande arrivate dalla commissione d’indagine affermando che "parlare" avrebbe violato le leggi cinesi sul segreto di stato. «Huawei e ZTE, in base alle informazioni in possesso della commissione, non possono considerarsi libere dall’influenza di potenze straniere e per questo rappresentano un problema per gli Stati Uniti»”. Insomma, Huawei e ZTE sono state mandate, nemmeno troppo metaforicamente, "a quel paese".

Raccomandazioni - «Purtroppo - ha affermato il Repubblicano Mike Rogers, capo della commissione d’inchiesta ed ex agente dell'FBI - siamo giunti alla conclusione che le due aziende non siano entità private». La maggiore preoccupazione del Congresso , infatti, è che Huawei e LTE possano rivelare al Partito Comunista (e quindi alla Cina, maggiore competitor economico e commerciale degli Stati Uniti) informazioni riservate e segreti industriali. Oppure utilizzare i loro prodotti per spiare segretamente gli statunitensi e ricavare informazioni preziose sia a livello commerciale che strategico.

I cinque punti - Il rapporto si chiude con una serie di ulteriori raccomandazioni - cinque per la precisione - che le aziende statunitensi dovrebbero evitare possibili eventuali casi di spionaggio industriale da parte delle due aziende in questione. Le aziende statunitensi, innanzitutto, dovrebbero guardare con sospetto la penetrazione sempre maggiore della Cina nel settore della telefonia e delle telecomunicazioni. Per questo il secondo punto raccomanda alle compagnie telefoniche di cercare altri partner per sviluppare le proprie reti di telecomunicazioni. Il Congresso USA, inoltre, dovrebbe intervenire per impedire pratiche commerciali scorrette da parte delle aziende cinesi. E in particolare dovrebbe tenere d’occhio i continui aiuti statali che il Governo di Pechino concede ad aziende chiave come, per l’appunto, Huawei e ZTE).

Le aziende cinesi, per evitare che si ripetano “fatti incresciosi” come questo, dovrebbero adeguarsi alla legislazione statunitense, diventando più trasparenti e più collaborative con le autorità USA. La quinta e ultima raccomandazione è rivolta al Congresso a cui spetta lo studio delle contromosse legislative per meglio tutelare le infrastrutture telefoniche nazionali.

Conseguenze - La prima e più evidente conseguenza della “cacciata” di Huawei e ZTE è rappresentata dall’interruzione, brusca e improvvisa, dei rapporti commerciali tra Cisco e ZTE. La società cinese, secondo un’indagine interna di Cisco, avrebbe infatti venduto prodotti con tecnologia Cisco all’Iran, andando così a violare l’embargo che gli USA mantengono nei confronti del Paese islamico da diversi anni.

… e reazioni - Le reazioni di Huawei non si sono fatte attendere. «Huawei, negli ultimi 11 mesi, ha cooperato con la commissione in maniera trasparente e aperta. [...] I nostri manager hanno avuto diversi incontri faccia a faccia con i membri della commissione a Washington, Hong Kong e Shenzhen, abbiamo mostrato loro la nostra area R&D, i nostri centri di addestramento e i nostri centri produttivi; abbiamo presentato una gran mole di documenti, inclusa la lista dei membri del nostro CDA degli ultimi 10 anni. […] Nonostante tutti i nostri sforzi, la commissione sembra essere giunta a una conclusione predeterminata». Il ministro degli esteri cinese, invece, invita gli statunitensi a mettere da parte i pregiudizi, dato che le «aziende cinesi attive nel campo delle telecomunicazioni hanno sviluppato il loro network commerciale internazionale sulla base dei principi di mercato. Gli investimenti di Huawei e ZTE negli Stati Uniti rappresentano la natura mutualmente benefica delle relazioni economiche e commerciali tra i due paesi». (sp)

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9 ottobre 2012
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