di Luigi Teodonio
Le condizioni di lavoro in Foxconn - primo fornitore Apple - sono tutt'altro che paradisiache. E questo è risaputo. Però, secondo il rapporto dell’Apple Supplier Responsability di agosto, ben il 97% dei lavoratori ha un orario settimanale in linea con le leggi cinesi: ossia 60 ore ogni settimana.
"I dati del mese di agosto riferiscono che il 97% dei lavoratori Foxconn lavora meno di 60 ore ogni settimana"
Tempi moderni
Apple Supplier Responsability - Apple, dopo l’ondata di suicidi all’interno degli stabilimenti Foxconn di fine 2010, diede il via a un programma di controllo delle condizioni lavorative e umanitarie all’interno degli stabilimenti cinesi (e non solo). L’Apple Supplier Responsability serviva a fornire un quadro completo sulle fabbriche che, in Estremo Oriente, erano impegnate nella produzione di prodotti Apple. L’ultimo rapporto su “Lavoro e Diritti Umani”, che rientra all’interno di questo programma, si riferisce al mese di agosto e dipinge uno scenario sostanzialmente immutato rispetto al mese precedente. Il 97% dei lavoratori Foxconn (tradotto in numeri 800.000) lavora meno di 60 ore settimanali, in linea con quanto previsto dalla legge cinese.
Scontri e violenze - Anche i lavoratori cinesi, comunque, iniziano a manifestare la propria indolenza nei confronti della Foxconn. E, in particolare, nei confronti dei metodi della sicurezza interna degli stabilimenti. Il sito produttivo di Taiyuan, la scorsa settimana, è rimasto chiuso in seguito a una serie di scioperi e proteste messi in atto dai dipendenti. Per sedare la rivolta e ristabilire l’ordine è dovuta intervenire la polizia cinese e, dopo due giorni di serrata, tutto è tornato come prima. Almeno per il momento. (sp)