No. Perciò, malgrado la forte tentazione prendere e portare a casa, si dovrebbe proprio evitare. Meglio concentrarsi sulla ricompensa, piuttosto. Secondo la legge (artt. 927-931 Codice Civile), chiunque trovi una cosa “mobile” (dal denaro a un ombrello) è tenuto a restituirla al proprietario.
La procedura. Se non sa chi sia, deve consegnarla al sindaco (o a un suo rappresentante) del luogo in cui l’ha trovata, descrivendo le circostanze del ritrovamento. Il sindaco pubblica un avviso nell’albo pretorio del comune, in due domeniche successive e per tre giorni ogni volta; trascorso un anno senza che si presenti il proprietario, l’oggetto appartiene a chi l’ha trovato. Se però è reclamato dal suo proprietario, quest’ultimo ha l’obbligo – non solo morale – di pagare a chi l’ha ritrovato (però solo se quest’ultimo ne fa richiesta) una somma pari a un decimo (o un ventesimo, per valori superiori a 5,17 €) della somma o del prezzo dell’oggetto in questione. Se esso non ha valore commerciale, il premio è fissato dal giudice.
Furbetti puniti. Fare i furbi e scappare con la valigetta può... costare caro. Secondo l’articolo 647 del Codice Penale, chi si appropria indebitamente di denaro o cose smarrite da altri, è punibile – su querela del danneggiato – con la reclusione fino a un anno o con la multa da 30 a 300 euro. Se poi si conosceva il proprietario, la pena è raddoppiata: reclusione fino a due anni.