Economia

Disuguaglianze: verità scomode su istruzione e nutrizione

Le disuguaglianze nella durata dell'educazione scolastica e nella crescita infantile fotografate, per la prima volta, a livello locale e subnazionale.

Il diritto a un'istruzione di qualità e l'accesso per tutti a cibo sicuro e nutriente sono tra gli Obiettivi irrinunciabili dell'Agenda 2030. Quando si tirano le somme sullo Sviluppo Sostenibile si tende a confrontare i risultati tra Stato e Stato, ma queste analisi generali rischiano di mascherare le forti disuguaglianze che ancora sussistono a livello locale, all'interno delle singole nazioni.

Questo sviluppo "a diverse velocità" è stato ora fotografato in modo dettagliato in due diversi studi finanziati dalla Bill and Melinda Gates Foundation, che analizzano le disparità nell'istruzione e nella crescita infantile come sotto la lente di un microscopio, per risalire all'origine degli squilibri e intervenire in modo mirato.

Verità scomode. «Visualizzare i risultati nazionali è utile, ma i risultati a livello locale permettono di identificare i punti caldi dove i problemi sono più gravi, o dove le soluzioni che altrove stanno aiutando non sono appropriate per gli ostacoli di quella particolare regione» spiega Simon I. Hay, direttore del Local Burden of Disease che ha curato entrambi gli studi (pubblicati su Nature).

I ricercatori hanno suddiviso 105 Paesi a medio e basso reddito in sottoregioni da 5 x 5 km, e tracciato i progressi all'interno di ciascuna dal 2000 al 2017. Entrambi i parametri, il livello di istruzione - in special modo femminile - e la crescita infantile, sono strettamente legati allo stato di salute della popolazione.

Molti studi dimostrano che un buon numero di anni di studio della madre ha un impatto positivo sulla salute e sulla sopravvivenza dei figli. Tuttavia, la prima delle due analisi ha rivelato che, nonostante i progressi globali nell'assicurare a tutti un'istruzione di qualità, nel 2017 1 donna su 6 tra i 20 e i 24 anni di età non aveva completato la scuola primaria, e 1 su 10 nei Paesi studiati non arrivava a totalizzare un anno intero di scolarità. I risultati scoraggianti sono visibili su una serie di mappe interattive realizzate da Hay e colleghi.

Le probabilità che i maschi abbiano ricevuto un'istruzione primaria o secondaria più lunga rispetto alle femmine, misurate nel 2000 e nel 2017. © vizhub.healthdata.org via Nature

differenze di genere e di zona. Le disuguaglianze di genere si manifestano in modo marcato nella durata dell'istruzione ricevuta - con gli uomini che, nei Paesi a medio e basso reddito analizzati, conseguono più anni di studio. Uno scarto di più di tre anni nell'istruzione ricevuta tra donne e uomini è stato osservato in oltre 140 microregioni tra Yemen, Sudan, Sud Sudan, Nigeria, Kenya, Repubblica Democratica del Congo, Angola e Afghanistan.

«Per quanto riguarda l'istruzione, esempi rilevanti di disparità si trovano in India e Nigeria», spiega Hay.

«In India, nel periodo analizzato, l'incidenza di istruzione secondaria nelle donne tra i 20 e i 24 anni è cresciuta dall'11 al 37%. In Nigeria è salita dal 12% al 45%. Tuttavia, questi risultati non si sono distribuiti in modo omogeneo in nessuna delle due nazioni. Nel distretto di Sitamarhi dello Stato indiano del Bihar, il livello medio di istruzione per le donne di questa età era di 1,2 anni, nel 2017; nel distretto di Thiruvananthapuram, nello Stato del Kerala, era di 13,7 anni. In Nigeria, questo indicatore va dagli 0,3 anni di istruzione raggiunti nell'area di Maradun, nello Stato di Zamfara, ai 13,8 anni di istruzione nella Municipalità di Owerri, nello Stato dell'Imo».

A che punto siamo. Il livello di istruzione nella popolazione femminile è stato misurato su due fasce di età: quella di tutte donne in età riproduttiva (15-49 anni) e quello delle donne di 20-24 anni. Il primo viene considerato perché l'istruzione materna in età riproduttiva è legata alla salute e alla mortalità infantile, ma non rende conto in modo preciso dei progressi conseguiti nell'istruzione femminile (anche gli adulti che conseguono un'istruzione universitaria smettono di studiare attorno ai 24 anni).

Il gruppo tra i 20 e i 24 anni, cui fanno riferimento i dati riportati in questo articolo, restituisce invece un ritratto più fedele dei recenti cambiamenti nel grado di istruzione, perché monitora i progressi recenti in modo più accurato: una 49enne ha iniziato a studiare oltre 40 anni fa, una 20-24enne, 15-20 anni fa.

Crescere con quel che c'è. Il secondo studio descrive le differenze regionali nel corretto sviluppo dei bambini, legate alla disponibilità o meno di cibo nutriente. «Per quanto riguarda i problemi della crescita infantile, Indonesia e Nigeria sono due esempi di Paesi con grandi disparità interne» continua Hay. «Nel 2017, in Nigeria, la percentuale di deperimento e ritardo nella crescita nei bambini sotto i 5 anni era al minimo nel distretto di Mainland, nello stato di Lagos (prevalenza del 14%) e al massimo a Garki, nello Stato di Jigawa, dove la prevalenza è del 65%».

Nelle mappe a e b, la percentuale di malnutrizione acuta nei bambini al di sotto dei 5 anni, rispettivamente nel 2000 e nel 2017. © vizhub.healthdata.org via Nature

partenza in salita. I ricercatori hanno mappato l'incidenza della mancata crescita infantile (child growth failure, CGF), attraverso tre parametri: deperimento e ritardo nella crescita (malnutrizione cronica o stunting: si manifesta con un'altezza insufficiente rispetto all'età); malnutrizione acuta (wasting: una rapida perdita di peso o l'incapacità di acquisire peso) e percentuale di individui sottopeso tra i bambini al di sotto dei cinque anni.

Hanno scoperto che un bambino su 4 nei Paesi studiati soffre ancora di almeno una di queste dimensioni della malnutrizione, e che anche all'interno di una stessa nazione permangono differenze abissali - in alcuni distretti del Kenya, l'incidenza della malnutrizione acuta infantile è di nove volte maggiore rispetto ad altri. Anche in questo caso, con i dati raccolti sono state realizzate mappe interattive.

La malnutrizione infantile, nelle sue diverse facce, è una condizione che rende più probabile il declino fisico e cognitivo e che può favorire problemi metabolici e cardiovascolari, abbandono scolastico e povertà. Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile chiedono di "porre fine a tutte le forme di malnutrizione; raggiungere, entro il 2025, i traguardi concordati a livello internazionale contro l'arresto della crescita e il deperimento nei bambini sotto i 5 anni di età; soddisfare le esigenze nutrizionali di ragazze adolescenti, donne in gravidanza e allattamento e le persone anziane".

L'analisi individua le regioni alle quali dare priorità perché bisognose di interventi più urgenti, ma anche quelle in cui gli interventi effettuati hanno dato risultati migliori: in Perù, un programma che è riuscito a coinvolgere le comunità locali ha dimezzato la percentuale di ritardo nella crescita infantile in meno di tre anni.

Non è una gara. «È importante notare che Nigeria, India e Indonesia sono Paesi molto grandi con una popolazione numerosa, e le condizioni delle diverse aree variano dal punto di vista storico, demografico, economico e sociale. Capire perché queste differenze esistano è il prossimo passo», commenta Hay. Come a dire che le mappe regionali dei progressi negli Obiettivi di Sviluppo non servono a comparare chi avanza e chi no, chi fa bene e chi no, ma a risalire alle cause di disagi e iniquità.

Quali sono queste cause? Questi studi nello specifico non si sono concentrati sull'origine delle disuguaglianze, «tuttavia, la ricerca sui problemi nella crescita infantile ha osservato una correlazione tra lo spiccato deperimento (wasting: peso insufficiente rispetto all'altezza, un forte predittore di mortalità infantile sotto i 5 anni) e le aree colpite da conflitti. L'impossibilità di accedere al cibo, la povertà e l'instabilità civile sono alcuni dei fattori all'origine malnutrizione acuta o cronica. Per l'istruzione, invece, gli ostacoli noti includono la domanda di lavoro minorile, i problemi finanziari, la distanza da scuola, la mancanza di obbligo di istruzione, l'instabilità politica e altri fattori.

19 gennaio 2020 Elisabetta Intini
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