Ripulire il denaro significa ridare “verginità” ai soldi provenienti da attività illegali. Negli anni ’20, in tempi di proibizionismo, il denaro illecito negli Usa proveniva dagli alcolici di contrabbando, e per riciclarlo le bande criminali aprivano catene di lavanderie, all’epoca un business.
Lavaggi necessari
Ecco perché oggi si parla di “lavaggio” del denaro. Oggi il denaro “sporco” arriva soprattutto da traffico di droga, attività mafiose, vendita di armi, eccetera. A questo scopo, attraverso l’apertura di società e conti correnti in Paesi che garantiscono anonimato (dalla Svizzera al Lussemburgo, ai vari paradisi fiscali tropicali), il denaro subisce passaggi attraverso bonifici elettronici che ne confondono sempre più le tracce, fino a tornare nel Paese di origine per essere re-investito in attività legali: alberghi, ristoranti, bar, società immobiliari, supermercati e attività produttive di vario genere.
Il solo traffico di droga, nel mondo, secondo alcuni studi, genera denaro per circa 500 miliardi di dollari all’anno, quanti ne fa il mercato del petrolio. Una quantità in grado di alterare l’economia, generando attività produttive molto più concorrenziali di quelle finanziate con denaro lecito e contemporaneamente minacciando la stabilità dei sistemi grazie al suo potere di corruzione delle autorità.