Economia

Chi ha inventato i grandi magazzini?

È stato un imprenditore parigino durante la Belle Époque.

La trasformazione del commercio tradizionale in moderno shopping si deve al francese Aristide Boucicaut, che nel 1852 aprì a Parigi Au Bon Marché. Ex commesso di provincia, immaginò uno spazio con più tipologie di merci, superando la specializzazione dei negozi ordinari. I prezzi erano fissi ed esposti su etichette, c’erano i saldi, la possibilità di reso, la consegna a domicilio e anche l’acquisto per corrispondenza.

I più amati. L’allestimento degli spazi era molto curato e l’esposizione cambiava frequentemente per spingere la clientela a entrare e a dare un’occhiata a tutte le novità.

La visita ai grandi magazzini diventò un’attività così amata dalle parigine da ispirare il romanzo Al paradiso delle signore (1883) di Émile Zola. Nel Bon Marché di Boucicaut c’erano sale di lettura per mariti annoiati dallo shopping e giochi per bambini. In Italia, il primo aprì nel 1877, a Milano.

Clienti alla moda nella sala lettura dei grandi magazzini Au Bon Marché, di Parigi nel 1900.

L'inventore delle figurine. Aristide Boucicaut è stato un precursore delle moderne tecniche di marketing ed è a lui che dobbiamo le figurine. Nel 1865 Boucicaut, ebbe un’idea tanto semplice quanto rivoluzionaria. Tutti i giovedì pomeriggio, giorno in cui i bimbi delle elementari non andavano a scuola e le mamme facevano la spesa con i figlioletti, Boucicaut cominciò a mettersi vicino all’uscita del grande magazzino in rue de Sèvres e, mentre salutava le signore che avevano appena fatto acquisti nel suo negozio, regalava una figurina a tutti i bambini. Se avessero accompagnato la mamma anche il giovedì successivo – diceva loro – avrebbero ricevuto una nuova figurina.

Nelle prime figurine, del 1865, si mostrava semplicemente il negozio. Il meccanismo inventato da Boucicaut anticipava una tecnica di marketing: affezionare il cliente con un piccolo dono.

Le prime figurine erano cromolitografie disegnate a mano, con soggetti che variavano dai mezzi di trasporto alle uniformi militari, ragazze in costume e temi infantili. Sul rovescio, sotto il nome del negozio, si reclamizzava un nuovo prodotto o un’offerta particolare. In un paio di mesi Boucicaut capì di avere azzeccato la strategia giusta: tutti i giovedì il negozio era più affollato del solito e gli incassi lievitarono. Il suo esempio fu subito imitato da altri grandi magazzini che nel frattempo erano sorti a Parigi e nel mondo.

27 novembre 2016
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