Apple non aveva perso tempo. All’indomani del lancio dell’Appstore, il negozio virtuale di applicazioni Android di Amazon, l’azienda di Steve Jobs aveva presentato una denuncia per violazione di brevetti contro il produttore del kindle. Ma è andata male…
“Secondo il giudice il nome scelto da Amazon non crea confusione tra gli utenti”
Brand war - Amazon non può usare la parola Appstore per il suo negozio Android… è troppo simile al nostro App Store! L’unica differenza tra Apple App Store e Amazon Appstore, in effetti, è una questione di “spazio” tra i termini. Così Apple porta la questione davanti a un giudice. L’azienda di Steve Jobs ritiene di avere i diritti esclusivi del termine per il suo celebre negozio di applicazioni per iOS e che la scelta di Amazon genererebbe confusione negli utenti. Amazon, dal canto suo, sostiene che Appstore sia un termine troppo generico per rivendicarne i diritti esclusivi.
Niente confusione - E il giudice Phyllis Hamilton del distretto Usa della Nord California ha dato ragione ad Amazon rigettando l’ingiunzione avanzata da Apple. L’azienda di Cupertino non è riuscita a dimostrare con prove e fatti che l'uso del termine da parte di Amazon crei confusione negli utenti. La vicenda non è ancora chiusa del tutto ma, salvo clamorosi colpi di scena, non si mette bene per Apple. (pp)
Silvia Ponzio