Economia

Apple vs Samsung: storia della guerra dei brevetti

La guerra continua dal 2011.

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La guerra tra Apple e Samsung continua senza esclusione di colpi. Vediamo insieme cos’è successo tra i due colossi dell’elettronica in poco più di un anno e quali sono le prospettive per il futuro. E nel frattempo è saltato fuori un documento scottante. Articolo dedicato a chi si è perso le puntate precedenti di questa battaglia legale tra i due colossi.

"Apple ha chiesto a Samsung un maxi riscarcimento da ben 2 miliardi e mezzo di dollari"
Ha iniziato Apple - Tutto è iniziato nel “lontano” aprile del 2011, quando, i legali che allora tutelavano gli interessi dell’azienda di Cupertino, decisero di intentare causa alla rivale coreana, rea di aver copiato il design del fortunato iPhone con la serie di smartphone Galaxy. La prima denuncia consisteva di sedici capi d’accusa, che - a loro dire - mettevano in evidenza la volontà da parte di Samsung di copiare “pedissequamente” il loro melafonino. Che la guerra abbia inizio...

Samsung contrattacca - La miglior difesa è l’attacco, o almeno questo dev’essere stato ciò che hanno pensato in quel frangente gli avvocati di Seul. Samsung scelse, così, di accusare a sua volta Apple di aver infranto 10 brevetti di loro proprietà - in particolare, il modulo 3G e la tecnologia wireless per accedere a Internet - e, addirittura, rincarò la dose il mese successivo, avanzando la richiesta di vedere i futuri modelli della mela morsicata, per capire finalmente chi stesse copiando chi.

La prima vittoria di Apple - Proprio un anno fa, nell’agosto del 2011, arrivò la prima sentenza, emessa in quella circostanza da un tribunale tedesco, che bloccava le vendite del Galaxy Tab 10.1 in ogni nazione europea - Olanda a parte - in attesa che venisse chiarita la situazione. Gli effetti di questa storica decisione si fecero subito sentire e agli inizi di settembre fece scalpore la scelta di Samsung di ritirare il nuovo Galaxy Tab 7.7 dal proprio stand all’IFA di Berlino e il relativo materiale promozionale. Noi eravamo là e, da un giorno all’altro, trovammo l’area coperta inspiegabilmente da un drappo bianco.

Stop al Galaxy Tab 7.7 - Quella decisione, in realtà, non era così inspiegabile. Il prodotto è stato, poi, commercializzato in un secondo tempo, quando si sono calmate le acque, finché la settimana scorsa un altro tribunale tedesco ha stabilito che il Galaxy Tab 7.7 dovrà essere ritirato dal mercato in tutti i paesi dell’Unione Europea, in attesa della sentenza definitiva, perché sospettato d’infrangere un brevetto industriale sul design, depositato appunto da Apple.

Samsung non ci sta - Torniamo, invece, allo scorso autunno: subito dopo la presentazione dell’iPhone 4S, un giudice australiano si pronunciò nuovamente sulla questione e confermò la sentenza emessa dal suo collega teutonico. Per effetto di questo provvedimento, il Galaxy Tab 10.1 - che nel frattempo era tornato sugli scaffali europei - venne bandito dalla terra dei canguri. Come di prassi, Samsung reagì contrattaccando e, nel mese di novembre, avanzò la duplice richiesta di visionare i sorgenti del firmware dell’iPhone 4S e di bloccare le vendite del nuovo melafonino in Australia.

Perché non fanno la pace? - Negli ultimi mesi, abbiamo assistito a un susseguirsi di rinvii e posticipazioni, intervallati da qualche verdetto strambo, che di fatto non hanno portato da nessuna parte e, anzi, hanno esasperato gli animi a tal punto da spingere lo stesso giudice australiano, che si era pronunciato contro Samsung, a invitare le parti a cercare la conciliazione, magari attraverso un accordo. Evidentemente, nessuna delle due contendenti è intenzionata a seguire questo consiglio, dopo che - notizia dell’ultima ora - gli avvocati di Apple hanno annunciato di essere entrati in possesso di documenti riservati a dir poco scottanti.

Samsung si è ispirata ad Apple - Harold McElhinny, legale della multinazionale californiana, ha infatti mostrato in tribunale un documento scritto da un alto funzionario coreano, nel quale sosteneva che Samsung rischiava grosso a causa del successo dell’iPhone e aggiungeva anche che il melafonino sarebbe stato “facile da copiare” per superare la “crisi di design”. La notizia, battuta dalla nota agenzia Reuters, ha suscitato la pronta risposta del portavoce Samsung che ha sminuito l’accaduto, ribattendo che Apple è stata per loro “solo una fonte d’ispirazione”.

Risarcimento reciproco - Certo è che, davanti una risposta simile, Apple non deve essersi sentita proprio lusingata e ha deciso di passare dalle parole ai fatti, presentando una richiesta di risarcimento presso la Corte Federale della California. Stando alla tesi sostenuta da Tim Cook e soci, Samsung avrebbe danneggiato con i suoi prodotti il mercato di Apple e l’entità del danno ammonterebbe a oltre 2 miliardi e mezzo di dollari. Si tratta di una cifra da capogiro, che però potrebbe essere appianata se dovesse essere accolta la richiesta da parte di Samsung di una royalty per ogni dispositivo made in Cupertino venduto, come indennizzo per la violazione del brevetto sul 3G.

Il sorpasso di Samsung - Il bello è che le due aziende continuano a intrattenere fiorenti rapporti commerciali, come se nulla fosse: basti pensare che dentro ai nuovi MacBook Pro è stata montata una SSD prodotta proprio da Samsung e anche la CPU del prossimo iPhone 5 (o nuovo iPhone) dovrebbe provenire dalle stesse fabbriche coreane.

Alla fine, chi avrà l’ultima parola? In questo momento è difficile a dirsi, anche se Samsung ha registrato nell’ultimo trimestre una mole d’affari senza precedenti e ha quasi doppiato Apple nelle vendite degli smartphone: a prescindere da ciò che decideranno i giudici, questi dati rappresentano comunque un gran bel successo. (sp)

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2 agosto 2012
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